Rai-Damilano, ancora polemiche sul cachet: viale Mazzini nega e svela la cifra
L'ex direttore dell'Espresso ancora al centro della bufera per il suo stipendio per la conduzione in Rai, ma da viale Mazzini smentiscono la cifra trapelata
Damilano, la Rai contesta lo stipendio di 50 mila euro al mese e svela la reale cifra dell'accordo
Il caso di Damilano, che da questo autunno andrà alla conduzione di una striscia informativa di dieci minuti su Rai3, continua a far discutere. L’ex direttore dell’Espresso, dopo le proteste per il suo approdo in Rai, fa insorgere polemiche, social e non solo, per le cifre del suo contratto. Il cachet di Marco Damilano si aggirerebbe, secondo alcune fonti, sui 50 mila euro al mese.
Ma ci sono novità. Da viale Mazzini sarebbero arrivate contestazioni riguardo le cifre presenti sul contratto dell’ex Espresso, facendo capire che l’accordo sottoscritto da Marco Damilano preveda un compenso annuale inferiore al tetto dei 240mila euro.
Lega: "L'aumento del canone serve a coprire lo stipendio di Damilano?"
Dura la reazione della Lega. “Ci poniamo una semplice domanda che sorge spontanea: il paventato aumento del canone Rai servirà per sostenere l’ingaggio spropositato di Marco Damilano? Non si spiega altrimenti l’incoerenza dell’ad Fuortes, che in Commissione definiva l’aumento del canone una misura consona e auspicabile per sostenere le casse di viale Mazzini, ma intanto sceglie di strapagare un giornalista esterno invece di valorizzare risorse interne all’azienda”, avevano affermato i senatori componenti della Commissione di Vigilanza Rai Giorgio Maria Bergesio, Umberto Fusco, Simona Pergreffi.
“Riteniamo assolutamente inconcepibile”, hanno aggiunto, “la scelta della Rai di ingaggiare a peso d’oro Marco Damilano, con un contratto di circa 50mila euro al mese per uno spazio televisivo di soli 10 minuti. In questo periodo di difficoltà per i cittadini, l’aumento del canone Rai sarebbe certamente un ulteriore aggravio e motivarlo con la volontà testarda di assumere Damilano sarebbe un vero e proprio schiaffo. Per la Lega questa decisione è completamente fuori luogo e chiederemo chiarimenti in Parlamento”.