Rai, il piano immobiliare non convince: i consiglieri chiedono il rinvio

L'accelerazione dell'ad Fuortes sul riassetto immobiliare della televisione pubblica agita i consiglieri

Carlo Fuortes, Amministratore delegato della Rai
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Rai, il piano di Fuortes sul riassetto immobiliare non convince: i consiglieri prima del Cda vogliono l'ok di...

Il piano immobiliare di Fuortes non convince i consiglieri della Rai. Ben quattro alti funzionari della televisione pubblica hanno mandato una lettera all’amministratore delegato e alla presidente Marinella Soldi chiedendo di posticipare il voto riguardante il Piano immobiliare in Cda dopo il confronto con sindacati e Vigilanza.

I consiglieri, come riporta la lettera, condividono l’urgenza di affrontare con l’alta dirigenza tre temi principali: l’impatto sulla sicurezza, le condizioni dei lavoratori e la sostenibilità finanziaria e ambientale del piano. Ma, tuttavia, ritengono che debba essere oggetto di una discussione allargata e condivisa prima del Consiglio del 20 luglio, in vista dell’audizione di Soldi e Fuortes in Vigilanza.

Anche tra i componenti della Vigilanza si era avuto sentore di un’accelerazione di Fuortes su questo fronte, in anticipo sul voto del Piano industriale tuttora in preparazione. Per questo il presidente Alberto Barachini si era affrettato a convocare i vertici Rai alla prima data possibile – il 21 luglio appunto – perché riferissero, oltre che sul Piano industriale e il Contratto di servizio, anche sul Piano immobiliare.

Indiscrezioni giornalistiche avevano addirittura ventilato l’ipotesi di una vendita del palazzo di viale Mazzini, smentita da Fuortes in una delle ultime audizioni a San Macuto.

Il patrimonio immobiliare Rai

Per quanto riguarda il grande patrimonio immobiliare della Rai, si parla di una consistenza complessiva di circa 663mila metri quadri, di cui circa l’85% di proprietà, distribuito su tutto il territorio nazionale e suddiviso in tre principali sottosistemi. Il primo è quello della Direzione generale (DG) – Uffici direzionali e servizi nelle aree di Roma e Torino; poi ci sono i Centri di Produzione a Roma, Milano, Torno e Napoli; infine le Sedi regionali con 17 principali sedi distribuite nei capoluoghi di regione ed altre sedi distaccate che presentano una commistione e tra aree direzionali, produttive e di servizio.

Viste le dimensioni e l’invecchiamento strutturale, l’immobiliare è un tema che si trascina da varie direzioni generali, da quella di Gubitosi, arrivando a Salini, ed ora è un nodo fondamentale del progetto di Fuortes per modernizzare la Rai.

Come si articolerà il piano?

Come riporta Primaonline, l’ analisi del patrimonio e delle sue potenzialità è stata elaborata dal direttore Infrastrutture immobiliari e Sedi Locali Roberto Cecatto. Un lavoro prezioso per permettere una razionalizzazione degli spazi e delle location, per massimizzare le sinergie produttive e l’efficienza, oltre all’importanza di rendere gli ambienti più sostenibili, più salubri e tecnologicamente avanzati, migliorando le condizioni di lavoro.

Altro tema, rilevante, il ritorno economico realizzato attraverso eventuali cessioni degli spazi superflui, denari che a Viale Mazzini servirebbero molto. Secondo indiscrezioni, il piano immobiliare di Fuortes ricalcherebbe quello dell’ex ad Rai, Fabrizio Salini, che prevedeva anche l’acquisizione dell’area del Portello per rafforzare il polo Rai a Milano. Un progetto, al centro dell’attenzione della Lega, su cui si erano scatenate inevitabili polemiche.