Sciopero Rai, ma il cavallo di Troia del sindacato di destra scombina i piani

I giornalisti del sindacato Usigrai incrociano le braccia, ma quelli dell'Unirai (vicini al governo) non aderiscono. L'iniziativa "anti censura" è depotenziata

di Redazione Mediatech
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Giampaolo Rossi
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Sciopero Rai, lo scontro tra sindacati che stravolge gli equilibri

In Rai il clima che si respira è di alta tensione, per questo i giornalisti del principale sindacato di Viale Mazzini "Usigrai" hanno deciso di scioperare nella giornata di oggi, l'attacco ai vertici dell'azienda è netto: "Troppe censure, adesso basta". Ma i dirigenti non ci stanno e fanno leggere nei telegiornali una nota in cui etichettano queste proteste così: "Il sindacato sparge fake news che danneggiano la tv pubblica". La guerra ora - riporta Repubblica - è anche tra sindacati, visto che c'è il principale, appunto Usigrai, che comprende 1600 giornalisti sui circa 2mila totali, ma sta avanzando sempre di più l'altro sindacato, quello considerato più vicino al pensiero del governo Meloni, l'Unirai che ne annovera già 350.

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Il classico cavallo di Troia - sostiene Repubblica - introdotto nella cittadella di Saxa Rubra per pilotare l’informazione, ora al suo primo vero banco di prova: boicottare la giornata di astensione dal lavoro indetta contro "l’asfissiante controllo del governo" per delegittimare l’Usigrai e rivelare l’infondatezza della protesta. Una prova di forza in grado di dimostrare, una volta per tutte, chi comanda in Rai. Il segretario Palese non ci prova nemmeno a dissimulare: "Se in redazione ci saranno 350 giornalisti non è che possono stare con le mani in mano. Tutto quello che andrà in onda sarà il benvenuto". Poi Palese entra ancora di più nel dettaglio. "Il nostro sindacato nasce perché in Italia c’è un nuovo clima culturale e chi prima aveva paura di esprimere un’idea diversa da quella dominante, ora si sente incoraggiata a venire allo scoperto. Che la Rai sia stata governata da una precisa parte politica non lo scopriamo certo oggi".