Sole 24 Ore, redazione spaccata. Scontro totale tra giornalisti e il Cdr

Con una missiva al veleno, diverse firme del quotidiano di Confindustria si dissociano dai comunicati del Cdr spaccando di fatto la redazione

di Redazione Mediatech
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Si spacca la redazione del Sole 24 Ore. La lettera di fuoco dei giornalisti al Cdr

L’aria al Sole24Ore si fa sempre più tesa. Dopo i “funesti” casi del taglio ai compensi dei collaboratori e quello dell’intervista di Maria Latella a Giorgia Meloni, una nuova nuvola nera oscura la serenità del quotidiano di Confindustria.

Nei primissimi giorni di settembre, infatti, il CdR del Sole tornava all’attacco, questa volta sulla questione nomine, assunzioni e promozioni, mettendo però le mani avanti dicendo che “intervenire nel merito di un ordine di servizio in larga parte dedicato al riconoscimento di promozioni non si può. Oltre che inelegante sarebbe sindacalmente incomprensibile”. Poi, però, il modo di attaccare questa decisione è stato trovato comunque: “Contestare invece le logiche che lo motivano e gli effetti che produrrà purtroppo oggi si deve”.

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“Il nostro parere sugli interventi prospettati dal direttore”, scrive il Cdr, “è fortemente negativo, perché non orientati a un principio di corretta ed equilibrata gestione del lavoro in redazione. Ci sembra evidente che lo strumento delle promozioni abbia quasi totalmente perso la sua funzione premiante, disincentivando la maggior parte dei colleghi a fare ogni giorno al meglio il proprio lavoro”.

Poi, come riporta Startmag, l’affondo: “La nostra valutazione nasce dalla semplice constatazione che, a fronte di promozioni ripetute in un breve arco di tempo per alcuni colleghi, vengono totalmente ignorate da anni intere redazioni. E alcune di queste redazioni sistematicamente dimenticate sono state, negli anni e in maniera paradossale, oggetto di lodi da parte della stessa direzione e dell’azienda, colpevolmente inerte su questa deriva”.

“A questo”, si legge ancora, “aggiungiamo come vengano da parecchio tempo ignorate, in questo come in altri ordini di servizio, molte situazioni di evidente squilibrio tra funzioni svolte e gradi di servizio, costringendo sempre più spesso i colleghi a fare ricorso a cause, nelle quali quasi sempre il gruppo risulta (in modo significativo) soccombente, con costi che ricadono poi sui nostri bilanci. Sebbene la direzione rivendichi un ritrovato ordine nel nostro organigramma, segnaliamo poi come restino da anni redazioni senza desk e redazioni senza un responsabile operativo a titolo definitivo: su questi problemi l’ordine di servizio non accenna a intervenire. Infine, censuriamo la pratica, perpetuata anche in questo ordine di servizio, di attribuire ai colleghi mansioni che non vengono accompagnate da promozioni, contribuendo al disordine della nostra organizzazione.”

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“Tutto ciò – concludeva la nota di fuoco del CdR – accade in un clima già teso, a causa delle recenti decisioni del direttore, sempre più mortificanti per i giornalisti del Sole 24 Ore, come dimostrano le ultime scelte volte a privilegiare l’utilizzo di collaboratori esterni, al posto dei redattori del giornale”.

Ma non è finita qui. Infatti, in molti, dopo accuse interne così pesanti, si sarebbero aspettati un’azione collettiva contro il direttore Tamburini. Ma così non è stato. Anzi. Alcune firme di spicco (Stefano Biolchini, Marialuisa Colledani, Antonio Criscione, Giulia Crivelli, Maria Carla De Cesari, Isabella Della Valle, Paola Dezza, Rita Fatiguso, Laura Di Pillo, Alessandro Galimberti, Laura Galvagni, Alberto Grassani, Lucilla Incorvati, Roberto Iotti, Laura La Posta, Marigia Mangano, Gianfranco Ursino) hanno preso carta e penna per scrivere una “lettera” di fuoco per dissociarsi dalle affermazioni del CdR.

“Desideriamo – si legge nella missiva – esprimere tutto il nostro disagio per le vostre uscite di comunicazione erga omnes – che danneggiano ormai la professionalità di noi tutti – ispirate alla visione pretestuosa e manichea della redazione di cui siete da tempo promotori e paladini e che vi conduce solo a distinguere furiosamente tra buoni (i seguaci) e cattivi (i non allineati).”

“Siamo stanchi – denunciano – del clima di guerriglia che da tempo e ostinatamente seminate. Continuate a scrivere comunicati che danneggiano ovunque la nostra immagine e professionalità. Con i vostri comunicati stilate le pagelle dei colleghi. Da tempo i giudizi sui vostri promossi e bocciati sono usciti dalle conventicole degli angoli di corridoio per arrivare ai comunicati pubblici. Vi arrogate il compito di pubbliche pagelle sui nuovi assunti o sui promossi trincerandovi, in modo vergognoso, dietro la funzione sindacale. La vostra azione è solamente a protezione degli amici, nulla di sindacale. Alimentate con pervicacia un clima di divisione, seminate discredito sulla redazione”.

“Danneggiate anche all’esterno il nostro lavoro”, si legge ancora, “e la nostra professionalità con danni alla nostra immagine e possibili conseguenze anche dal punto di vista economico. Ogni espressione di dissenso viene impedita e tacitata dalla claque delle vostre assemblee. Cui prodest?” E nel caso in cui non fossero stati abbastanza chiari, la lettera si conclude con l’imperativo e irrituale “Basta, non ci rappresentate!”

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