TeleJato, chiude la tv anti-malavita: "Non ci ha uccisi la mafia, ma lo Stato"

Fondata nel 1989 da Pino Maniaci, l'emittente siciliana è stata un pilastro nella lotta alla mafia. Ora, però, deve fare i conti col nuovo digitale terrestre

Pino Maniaci, fondatore e direttore di TeleJato
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TeleJato chiude, salta l'ingresso nel nuovo digitale terrestre. Il direttore: "Non c'è riuscita la mafia, ma la burocrazia statale sì"

TeleJato si spegne per sempre. Ed è lo Stato a staccare la spina. Fondata da Pino Maniaci nel 1989 e sopravvissuta a oltre 350 querele, l’emittente siciliana esce dalla graduatoria del nuovo digitale terrestre. Il rischio era già stato incontrato nel 2010, ma si riuscì a scamparla grazie a numerose proteste e all’ingresso in un consorzio. “Non c'è riuscita la mafia coi suoi attentati a farci chiudere, non ci sono riusciti pezzi del tribunale di Palermo e ci riesce lo Stato. Le nostre frequenze sono state vendute al 5G. In Sicilia ha vinto l'appalto la Rai, in altre regioni Mediaset. Adesso per avere un canale tutto nostro è davvero tutto più difficile”, dice amaro Pino Maniaci, classe 1953, che la dirige dall’inizio.

“Al momento”, spiega il direttore, “trasmettiamo in streaming sul sito Telejato.it e sui canali social e siamo riusciti ad avere su Tvm alcune finestre per i telegiornali che vanno in onda alle 14 alle 15, dalle 20.30 alle 21.30 e da mezzanotte all'una. Ho promesso alla responsabile delle televisione di fare un telegiornale più soft per evitare di allungare la sfilza di oltre 380 querele che mi sono preso in questi anni”.

Su Facebook Pino Maniaci ha scritto un post, aggiungendo il link di alcuni servizi fatti, per chiedere sostegno: “Oggi è una giornata dolorosa. Volevo non arrivasse mai questo 5 maggio ma purtroppo eccoci qui. Quelli che vedete in questo video sono i nostri impianti e oggi a me è toccato il compito più duro, quello di staccare tutto. Da questo momento in poi il segnale di TeleJato Notizie è spento. Stentiamo ancora a crederci ma purtroppo questa è la realtà dei fatti".

 

Il post su Facebook del direttore e fondatore

TeleJato chiude, il direttore Maniaci: "Per sopravvivere ed entrare sul nuovo digitale terrestre servono 40 mila euro"

"Un grazie dal profondo del cuore va a tutte le persone che in questi anni hanno collaborato con noi, a chi è rimasto, a chi ogni tanto torna, a chi non c'è più, a chi continuerà ad esserci. Però non posso, non voglio pensare che sia tutto finito. Noi siamo pronti a ripartire, anzi, non vediamo l'ora ma per passare al nuovo digitale terrestre, lo sapete, servono quarantamila euro. Questo è l'ennesimo appello che rivolgo a voi, fedeli telespettatori: non lasciateci soli. Abbiamo ancora tante cose da raccontarvi”.

Ma la battaglia di Maniaci, che negli anni ha affrontato più di una querela e più di un processo, non è solo per la sua TeleJato, bensì anche per le altre tv nella stessa situazione. “Per avere un canale tutto mio servono 40 mila euro”, aggiunge. “L'unico gruppo che ha la possibilità di affittare un canale è Trm, che chiede 3.500 euro al mese. Abbiamo iniziato una sottoscrizione che sta andando bene. Ma questa non può essere la strada. Anche perché noi non vendiamo tappetti o elettrodomestici, facciamo informazione e abbiamo grossi limiti pubblicitari. In questi giorni, in queste settimane continueremo a lottare perché non vogliamo sparire”.

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