Videogiochi, un 2023 con luci ed ombre ma ricco di tagli all’occupazione

La pandemia aveva illuso e “regalato” al settore 50 miliardi di profitti

di Daniele Rosa
IPA
MediaTech

Videogiochi, un settore con luci ed ombre

Videogiochi, un qualcosa che molto spesso viene visto come divertimento e non come settore di business. Ma la realtà, fortunatamente, è molto diversa. Solo per dare un termine di paragone basta sapere che, nel 2020 e 2021, l'industria dei videogiochi ha registrato profitti per 50 miliardi di dollari con previsioni di crescita che, subito dopo la pandemia, non è stato possibile realizzare. Ed anzi la crescita di produzione e occupazione non è stata più sostenibile nel 2023 così da generare costi globali insostenibili di 167 miliardi. Stante questa situazione il comparto dei videogiochi ha chiuso un anno con luci ed ombre. Se da un lato il settore cresce del 9% annuo ( più del digitale e dello streaming) grazie a vendita di nuove consolle e nuovi giochi, dall’altro ha visto una drastica riduzione dell’occupazione di circa 9000 unità, un record per i 12 mesi. I tagli hanno coinvolto tutti i competitors del settore: da Epic Games (Unity,Fortnite), sviluppatore di strumenti per piattaforme; da Niantic (Pokemon Go e Embracer Group), per finire con più di 80 studi cinematografici che per tutto l’anno hanno ridotto la forza lavoro. Embracer Group, ad esempio, ha tagliato 900 dipendenti tra i suoi 129 studi. Amazon, si è “alleggerito” di oltre 400 dipendenti. L'americana Unity (giochi per cellulari Hearthstone e Temple Run) ha lasciato a casa , nel corso dell’anno, circa 1200 impiegati.

Videogiochi, tutti i marchi più famosi hanno ridotto l'occupazione

Lo stesso hanno fatto due marchi famosi quali Epic Games con 830 licenziamenti a settembre e in Niantic (concentrato nella realtà aumentata) che ha licenziato il 25% della sua forza lavoro (230 persone). Ed ancora tra gli sviluppatori Sega, la multinazionale giapponese, ha chiuso con 120 lavoratori. E il 2024 sembra essere partito con lo stesso lei-motiv perchè Twitch, ad esempio, ha annunciato tagli di 500 dipendenti (35% del totale) e Discord (piattaforma di comunicazione tra giocatori) ridurrà la forza lavoro di 170 persone. Causa principale, secondo gli osservatori del settore, è il rallentamento globale  a cui si aggiungono le “false” aspettative create durante la pandemia. Illusioni di crescita che hanno ingannato anche giganti come Microsoft, Meta o Apple che stanno seguendo gli stessi percorsi di tagli.

Videogiochi, drammatica caduta degli investimenti

Un altro aspetto di non poco conto sulla frenata del settore è relativo agli investimenti che sono “crollati”. Nel 2022 il comparto è stato sommerso da 14.492 milioni di dollari in finanziamenti privati. Mentre in tutto il 2023 solo 2.093 milioni. Nell’immenso mercato cinese, al rallentamento, hanno contribuito i costi molto alti di produzione e la campagna aperta dal Governo cinese per combattere la dipendenza, soprattutto tra i minori, che hanno orari limitati in cui possono giocare durante la giornata. Per contro altri analisti confermano che circa 350.000 persone lavorano nel settore nel mondo e i licenziamenti rappresentano solo il 2% circa del settore. Ciononostante i tagli “sono ancora molto preoccupanti”. Secondo alcuni la ripresa dell'occupazione nel settore potrebbe arrivare nella seconda metà di quest'anno. Sarà necessario però che le imprese trovino soluzioni per gli  alti costi di sviluppo e per integrare al meglio tecnologie come l'intelligenza artificiale. Saranno queste la sfide e le scommesse più importanti  di quest’anno nel settore.

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