Colesterolo alto, superfarmaci per farlo calare. Quando assumerli e quando no
Colesterolo alto, sono inibitori della proteina PCSK9
Colesterolo alto, nuove armi per contrastare i grassi cattivi
Per chi soffre di colesterolo alto sono in arrivo nuove cure rivoluzionare che permetteranno di gestire in modo più efficace, se non eliminare del tutto, la presenza di grassi cattivi nel sangue. Come riporta InnLifes, Si parte del nuovo farmaco a mRNA, che si somministra due volte l'anno, ai medicinali inibitori di PCSK9, la proteina che controlla il numero dei recettori del colesterolo sulla superficie delle cellule epatiche.
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“Il colesterolo alto è uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari - spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic) e direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli durante l'ultimo congresso nazionale dell'associazione - Benché le statine rappresentino una valida opzione terapeutica, il 50% dei pazienti abbandona il trattamento. Per questo l’arrivo di nuovi farmaci, più efficaci e da assumere a intervalli sempre più lunghi, promettono di rivoluzionare il controllo del colesterolo”.
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Il colesterolo cattivo, o meglio LDL, causerebbe fino a 50mila decessi l'anno per una spesa sanitaria di 16 miliardi per costi diretti e indiretti. Il farmaco a mRNA si chiama Inclisiran e stando agli studi preliminari di Cholinet è capace di spegnere i geni che portano informazioni utili alla proteina PCSK9. "I pazienti arruolati, al momento della prima somministrazione, avevano valori di colesterolo LDL in media di 112 mg/dl, raggiungendo 50 mg/dl al primo controllo a 3 mesi. - spiega Perrone Filardi - pazienti hanno presentato dunque, una riduzione media dei livelli del colesterolo del 55% che si è mantenuta stabile fino all’ultima osservazione a 10 mesi, con una aderenza record del 100% spiegabile sostanzialmente con la scarsa quantità di effetti collaterali – continua – rispetto alle statine e una modalità di somministrazione meno impegnativa, con due iniezioni sottocutanee l’anno anziché una pillola al giorno”.