Esoscheletro Atalante X: i primi dati e la conferma della versione “home”

Atalante X, a Villa Beretta il primo esoscheletro al mondo che permette alle persone con una lesione midollare o cerebrale di camminare con le mani libere

di Redazione
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Un paziente cammina indossando l'esoscheletro Atalante X
Medicina

Esoscheletro Atalante X: i primi dati e la conferma della versione “home”

È passato un anno da quando il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute ha iniziato a utilizzare nella pratica clinica Atalante X, il primo esoscheletro al mondo che permette alle persone con severe disfunzioni del cammino a causa di una lesione midollare o cerebrale di camminare con le mani libere, senza appoggiarsi ad alcun sostegno. Il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute è felice di annunciare che i risultati osservati in questi dodici mesi, con oltre un milione di passi compiuti all’interno del centro di riabilitazione, sono stati significativi.

“Fin dal principio, abbiamo voluto verificare che cosa significasse ai fini del recupero della funzione usare Atalante X in modo non convenzionale, camminando non solo in avanti, ma anche lateralmente e all’indietro” spiega il Direttore Clinico Franco Molteni. “I feedback dei pazienti ci hanno colpito molto: per loro, non si tratta solo di recuperare il cammino, ma anche la padronanza del movimento del corpo nello spazio. Un altro punto fondamentale è stato il controllo del tronco, che grazie a questo esoscheletro viene sostenuto e sospinto in avanti in modo molto più naturale, favorendo così il ripristino dell’equilibrio e della coordinazione globale. Questi due elementi sono biologicamente fondamentali per riattivare i circuiti neurali e migliorare le attività cognitive e di percezione dello spazio”.

L’evento segna anche l’ingresso del dottor Franco Molteni nel board scientifico di Wandercraft per sviluppare ulteriormente Atalante X e il nuovissimo Esoscheletro Personale annunciato nel dicembre 2023. Wandercraft è un’azienda multinazionale che sviluppa e produce questi dispositivi innovativi dotati di 12 motori posizionati all’altezza delle articolazioni che stabilizzano le caviglie, le ginocchia e le anche, per permettere alla persona di mantenere l’equilibrio con le mani libere durante la deambulazione.

L’Esoscheletro Personale, o versione ‘home’, come è stato soprannominato, è nelle fasi finali di ricerca e sviluppo ed entrerà presto nella fase di trial clinici negli Stati Uniti. Nei prossimi anni Wandercraft prevede di metterlo a disposizione delle persone con lesione del midollo spinale prima nel mercato americano e poi in quello europeo.

“A differenza di Atalante, che si concentra sulla riabilitazione, l’Esoscheletro Personale è pensato per un utilizzo quotidiano, sia a casa sia nella vita nella comunità” spiega Maria Ida Iacono, Global Chief of Regulatory, Quality and Clinical Affair di Wandercraft. “Il dispositivo per uso domestico crea un mondo di nuove possibilità in termini di libertà personale di movimento e di interazione sociale, come la possibilità di stabilire un contatto visivo diretto con gli altri, e questo riguarda anche le persone che convivono con le forme più severe di impedimento al cammino e difficoltà di movimento. Proprio come Atalante X, l’obiettivo dell’Esoscheletro Personale è migliorare la qualità della vita e ridurre le conseguenze fisiologiche e psicologiche dell’immobilità. Stiamo già assistendo agli effetti delle sessioni riabilitative con l’esoscheletro per l’assistenza al cammino e non vediamo l’ora di vedere che cosa succederà quando le persone cammineranno anche a casa”.

La versione domestica dell’esoscheletro apre le porte a due scenari differenti. “Dal punto di vista biologico, sarà interessante osservare in che modo i sistemi neuro-sensorimotori vengono rimodulati grazie all’utilizzo dell’esoscheletro in una situazione ecologica e per tempi finora inimmaginabili” conclude il dottor Franco Molteni. “La stazione eretta, unita alla libertà di muovere gli arti superiori, che non devono sostenere il corpo in alcun modo, permetterà inoltre alla persona di immaginare nuovamente l’interazione sociale. Ancora una volta, la tecnologia è in grado di stravolgere in positivo il senso dell’azione”.