"L'intestino è il nostro 2° cervello", 9 italiani su 10 riconoscono il nesso

Il 93% degli italiani riconosce alla nutrizione un ruolo chiave. Il "comfort food" una consuetudine tutta italiana

Medicina
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Intestino-cervello, il rapporto non è più un mistero: le sensazioni della sfera emotiva che si coniugano a quella fisica spiegate dalla ricerca scientifica

Agire di pancia” “sentire le farfalle nello stomaco”, sono solo alcune delle espressioni usate nel linguaggio quotidiano per descrivere sensazioni della sfera emotiva. Il tema dell’indagine sociale che Yakult Europe ha commissionato all’istituto internazionale Dynata è proprio il rapporto intestino-cervello, tratto dal confronto delle diverse conoscenze e convinzioni di cittadini europei (Regno Unito, Irlanda, Italia, Germania, Austria, Belgio, Paesi Bassi) e giapponesi.

L’intestino influenza non solo il benessere generale, ma anche l’umore”. Concorda il 92% degli italiani intervistati nel corso della ricerca. Tra tutti sono proprio gli italiani a essere maggiormente consapevoli nel riconoscere che vi sia una stretta relazione tra intestino e cervello e che questa consenta una comunicazione bidirezionale tra i due organi: ne sono certi infatti 2 su 3. Non solo quindi il cervello influenza l’intestino, ma l’intestino, e in particolare le alterazioni del microbiota intestinale, sono in grado di influenzare la salute mentale (ci potrebbe essere, infatti, una correlazione tra condizioni come la depressione, l’ansia e l’autismo, e uno stato di disbiosi intestinale). Per questi motivi l’intestino è considerato il nostro secondo cervello.

“Influenza reciproca che la scienza chiama asse intestino-cervello - spiega la Dr.ssa Michela Barichella, Responsabile UOS Nutrizione Clinica, ASST G. Pini, CTO, Milano e Presidente B&M - un sistema di comunicazione bidirezionale che utilizza, per connettere i due organi, anche sostanze specifiche che funzionano da messaggeri, alcune di queste note come neurotrasmettitori. Ne sono un esempio dopamina e serotonina, sostanze in grado di influenzare il nostro umore e conosciute, per questo motivo, anche come ormoni della felicità o del ‘benessere’”.

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Si stima in particolare che circa il 90% della serotonina presente nel nostro organismo venga prodotta proprio nell’intestino, e che in questo processo abbia un ruolo fondamentale il microbiota intestinale, la comunità microbica che colonizza l’intestino e che rappresenta un vero e proprio organo in grado di proteggere l’ospite, cioè l’organismo umano, assolvendo a numerose funzioni essenziali, tra le quali la produzione di metaboliti, l’assorbimento dei nutrienti e delle terapie farmacologiche, la regolazione del sistema immunitario e tanto altro ancora.

“La letteratura medica e scientifica dell’ultimo decennio - spiega il Dr. Fabio Pace, Direttore UOC di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ASST Bergamo Est, Seriate (BG) - si è andata via via arricchendo di dati sempre più consistenti, che suggeriscono come l’equilibrio del nostro microbiota possa associarsi a uno stato più vantaggioso anche a livello mentale. Tra i fattori che favoriscono l’equilibrio della flora intestinale, sono prioritari: uno stile di vita attivo, una buona gestione dello stress e corrette abitudini alimentari”.

Un aiuto in questo senso può arrivare dai probiotici, “organismi vivi che, se somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite” (Definizione: FAO/OMS); ne sembrano particolarmente consapevoli gli italiani, che attribuiscono al loro consumo regolare un ruolo anche sul benessere mentale, oltre a quello più conosciuto sull’intestino: lo dichiara infatti 1 italiano su 3 - un dato significativamente maggiore rispetto a tutti gli altri Paesi intervistati nel corso del sondaggio.

Dalla ricerca Yakult Europe è anche emerso che il 93% degli italiani riconosce nella nutrizione un ruolo chiave per modulare la comunicazione tra intestino e cervello. In Italia è infatti consuetudine, più che in altri Paesi, affidarsi al cosiddetto “comfort food”, ovvero alimenti in grado di apportare sensazioni positive e di appagamento a coloro che li consumano (ad esempio cioccolato, dolci e pizza).

Mentre il cioccolato è comune, come “comfort food”, a più Paesi europei, ma non presente nelle abitudini giapponesi, la pizza è appannaggio italiano, e anche unico alimento salato presente in generale nella lista. Stranamente assente tra i cibi “amici” del benessere, nelle risposte degli italiani intervistati, il caffè, presente invece in altri paesi quali Giappone, Germania, Austria, Irlanda.

YAKULT, oltre 85 anni di ricerca scientifica sui probiotici 

Nel 1930, all’Università di Kyoto in Giappone il Dott. Minoru Shirota - microbiologo e ricercatore della facoltà di Medicina e fondatore di Yakult - selezionò e coltivò un particolare fermento lattico, tanto forte da resistere ai succhi gastrici e giungere vivo nell’intestino, favorendo così l’equilibrio della flora intestinale. Questo fermento fu chiamato L. casei Shirota (LcS) in suo onore.

Yakult è presente oggi in 40 Paesi al mondo e ogni giorno viene consumato da oltre 40 milioni di persone. In Italia, le tre referenze: Yakult Original, Yakult Plus e il nuovo Yakult Light, possono essere acquistate nel reparto prodotti freschi degli ipermercati e supermercati, e sono disponibili nella nuova confezione in cartone da 6 bottigliette.