Pandemia e adolescenti: impennata dei consumi di alcool e droghe

L’Istituto Europeo Dipendenze coinvolge i genitori per sostegno e cura

Medicina
Condividi su:

Adolescenti e addiction: un problema serio, a volte sottovalutato.

Specialmente dopo due terribili anni di pandemia che hanno pesato gravemente anche sulle spalle delle nuove generazioni.

"Nell'adolescenza avvengono notevoli cambiamenti, interni ed esterni, che sono da un lato tumultuosi e improvvisi, dall’altro protratti nel tempo - dice Emanuele Bignamini, Direttore del Comitato Scientifico IEuD - Sul piano interno i cambiamenti avvengono in tutto il corpo e in particolare sul piano sessuale e neurologico. In adolescenza si verifica uno sviluppo dei centri nervosi sottocorticali, deputati al comportamento rapido e emozionale, più veloce rispetto a quello dei centri corticali, che svolgono funzioni di controllo e razionali, il che favorisce l’impulsività, l’assunzione di rischi, l'impulso esplorativo, tutte caratteristiche necessarie per il processo di allontanamento dalla sicurezza familiare e per la conquista dell’autonomia".

 

I numeri parlano chiaro

 

Nascono anche da qui le spinte a sperimentare droghe di vario genere, la cannabis e l’alcol prima di tutto, con percentuali di consumo precoce estremamente elevate, rispettivamente del 22,7% nei ragazzi fra i 15 – 19 anni per la cannabis e del 18,5% nei ragazzi fra gli 11 – 17 anni per l’alcol*.

Nell'adolescenza si provano sensazioni di solitudine, perché ci si trova in una “terra di mezzo” in cui si sono persi i riferimenti infantili ma quelli adulti non sono ancora solidi, stati di rabbia e aggressività per l’immaturità nel gestire le situazioni di competizione, vissuti di dipendenza dagli altri e di senso di vuoto, stress dovuto al confronto, alla necessità di avere un ruolo nel gruppo dei pari, alle richieste del contesto, alla non corrispondenza tra i bisogni emergenti e la possibilità di trovare soddisfazione.

In questo contesto, lo sviluppo di una dipendenza si può fondare su molteplici fattori che partecipano allo stesso processo. Lo stress sociale e le particolari condizioni neurologiche e ormonali favoriscono un aumento della sensibilità a sostanze che stimolano la produzione Dopaminergica e offrono senso di benessere: qui si ha l’innesco dell’addiction, nel senso che l’eventuale esperienza di una droga, magari avvenuta casualmente (le droghe sono ampiamente e facilmente disponibili oggi: ma questa è responsabilità del mondo adulto) o sulla spinta del gruppo dei pari svela all’adolescente che può “stare bene” anche se non ha risolto nella "realtà reale" le sue questioni.

Da qui in poi, può cristallizzarsi un comportamento di ricerca di “cose” (droghe, ma anche altri tipi di stimoli) che mantengano il senso di benessere attraverso la stimolazione dopaminergica a un livello ottimale: a questo punto l’addiction si è strutturata e viene mantenuta nel tempo.

 

IEuD e l’aiuto alle famiglie

Di questo devono tenere conto i familiari, che vanno coinvolti sistematicamente nel trattamento per diversi motivi. Nel caso di adolescenti minorenni (anche se è dimostrato che, sul piano dello sviluppo, l'adolescenza dura ormai fin ed oltre i 20 anni: SIMA, Società Italiana Medicina dell’Adolescenza) è necessario il consenso dei genitori per qualsiasi intervento; inoltre, sono spesso i genitori che riconoscono il problema e spingono il figlio ad un consulto e hanno un ruolo determinante nel sostenere la motivazione a proseguire il percorso di cura e l’aderenza alle indicazioni. Soprattutto, i genitori fanno parte dello scenario in cui il problema si è sviluppato e in cui è necessario che si risolva. L'Equipe di IEuD coinvolge sempre i genitori nel percorso di cura affinchè comprendano bene le dinamiche del figlio ed assumano gli atteggiamenti più favorevoli ad una soluzione del problema.

L’approccio terapeutico deve inserirsi armonicamente nella cultura dell’adolescente, con un attento bilanciamento tra l’avvicinamento al suo mondo, che possa rassicurarlo, e la distanza necessaria perché possa riconoscere la funzione del terapeuta e affidarsi a lui. In questo può essere strategicamente rilevante l’introduzione, nella gestione della relazione terapeutica, di strumenti digitali che gli adolescenti di oggi utilizzano abitualmente come “protesi” delle loro relazioni sociali. Da sempre all’avanguardia nella digital health, IEuD si avvale e continua a sviluppare molteplici strumenti di questo tipo al fine di migliorare il livello di motivazione e le funzioni riflessive e di consapevolezza che sostengono il processo evolutivo personale.

In conclusione, è necessario un intervento di tipo “affettivo”, che acceda direttamente alle necessità di sicurezza e di conferma/affermazione dell’adolescente, supportando modelli di identificazione, senso di gruppo, sensazione di protezione e apertura di potenzialità

* Fonte dati: RELAZIONE ANNUALE AL PARLAMENTO SUL FENOMENO DELLE TOSSICODIPENDENZE IN ITALIA