Trapianti, pochi organi, più pazienti e carenza di sanitari
A colloquio con Piergiorgio Messa, Presidente Società Italiana Nefrologia (SIN RENI)
Alla fine del 62esimo Congresso SIN RENI svoltosi a Rimini uno dei temi più importanti dibattuti all’interno della comunità scientifica dei nefrologi, è stata la cronica scarsità di organi. Di questo e altro ancora ne parliamo con
Piergiorgio Messa, Presidente Società Italiana Nefrologia (SIN RENI) e Direttore di Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale del Policlinico di Milano e Professore Ordinario di Nefrologia all'Università degli Studi di Milano
Professor Messa quale è la reale situazione dei trapianti di rene in Italia?
“Secondo gli ultimi dati del Centro Nazionale Trapianti, sono oltre 6.000 le persone in attesa di un trapianto di rene, mentre i reni disponibili si aggirano intorno ai 2.000 ogni anno: mancano quindi all'appello oltre 4.000 reni. Per questo è estremamente importante aumentare la cultura del trapianto da vivente, che oggi rappresenta solo il 10% delle donazioni: l'unico modo per abbattere in modo significativo le liste di attesa”.
E su questo punto importante come vanno le donazioni di organi?
“Le donazioni di organi hanno purtroppo subito una flessione, seppur contenuta, nel 2020, l’anno in cui il Covid-19 è entrato nelle nostre corsie per lasciare un segno profondo sotto molti punti di vista. A partire dall’impatto che la pandemia ha avuto sui pazienti nefropatici, infettati per oltre il 20% in più rispetto alla popolazione generale, con una mortalità 10 volte superiore, fino alle prime evidenze che fanno registrare una percentuale tra il 30 e il 40 di persone che, contratta l’infezione, hanno sviluppato danni renali di vari grado e intensità. E così, anche per quanto riguarda le donazioni, nel 2020, secondo gli ultimi dati del Centro Nazionale Trapianti, si evidenzia un calo: passano da 45,7 a 40 punti percentuali.
Una diminuzione che si riflette, inevitabilmente, sui trapianti e, nello specifico, sui trapianti di rene, diminuiti in un anno di oltre 170 unità. Un gap che è già stato colmato nel corso del 2021, durante il quale il numero dei trapianti di rene si è avvicinato allo standard del 2019.”
Nel ranking delle donazioni quali sono gli organi più richiesti?
“Nella lista d’attesa degli organi, il rene spicca su tutti con 6.118 pazienti in attesa (dati al 31 luglio 2021), occupando una quota del 73% rispetto al totale delle liste degli organi cui seguono: fegato al 13% con 1.062 pazienti, cuore al 7% (609), polmone al 4% (313), pancreas al 3% (240).”
La ricerca scientifica viene in soccorso in questa drammatica carenza di organi?
“Oltre a promuovere la donazione da vivente, per abbattere le liste d’attesa ci viene in aiuto la ricerca scientifica: le tecniche come CAR-T potrebbero infatti essere “declinate” anche nel campo della nefrologia, per indurre tolleranza e quindi diminuire le tossicità e aumentare la durata del trapianto. Il 15-20% delle persone in lista d'attesa, infatti, è rappresentato da pazienti che hanno già subito un trapianto. A oggi, sono circa 50.000 i pazienti portatori di trapianto di rene in follow-up clinico nefrologico.
Pazienti che continuano ad aumentare. La malattia renale cronica è infatti una delle malattie croniche più diffuse ed è in continua progressione a causa dell’invecchiamento generale della popolazione. A oggi, colpisce tra il 7 e il 10% degli Italiani. In Italia, i pazienti che si trovano negli stati medi o avanzati della malattia sono quasi 4,5 milioni e i pazienti in dialisi circa 50.000.”
Quale è , secondo il suo parere, uno dei problemi maggiori del comparto?
“All’aumentare dei pazienti, purtroppo, non corrisponde un incremento del numero degli specialisti. Al contrario, siamo di fronte ad una tendenza opposta che potrebbe rappresentare un’emergenza nel prossimo futuro.
Gli specialisti tenderanno a essere sempre meno. Un deficit che potrebbe rasentare il 40% della quota dei medici che non saranno sostituiti da qui a 4/5 anni. Si tratta di un deficit di proporzioni rilevanti che potrebbe determinare situazioni drammaticamente critiche.”