Tumore del polmone ALK+, AIFA autorizza lorlatinib anche in prima linea
Oppi (Pfizer): "Per Pfizer, da sempre in prima linea nella lotta contro i tumori, questo è un momento straordinario per l'area terapeutica Oncologia"
Nuove prospettive nel trattamento del tumore del polmone ALK+: OK dall'AIFA per lorlatinib come monoterapia anche in prima linea
L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato, con la pubblicazione della determina in Gazzetta Ufficiale (n.283/4 dicembre 2023), la rimborsabilità in prima linea di Lorviqua (lorlatinib), inibitore di tirosin-chinasi (TKI) di terza generazione, per il trattamento dei pazienti adulti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK). L'annuncio segna un significativo passo avanti nell'ambito del trattamento di una neoplasia che continua a rappresentare una delle principali cause di mortalità per cancro in Italia. Il tumore del polmone ha, infatti, un'incidenza del 15% negli uomini e del 6% nelle donne. Secondo l'ultimo rapporto dell'AIOM-AIRTUM, solo nel corso del 2023 sono state stimate circa 44.000 nuove diagnosi di questa neoplasia, evidenziando l'urgenza di nuove opzioni terapeutiche.
La peculiarità di lorlatinib risiede nella sua azione mirata: agisce come inibitore della tirosin chinasi (TKI) di terza generazione, disegnato appositamente per superare la barriera ematoencefalica e trattare efficacemente le metastasi cerebrali, aspetto cruciale per i pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) ALK+, nonché per essere attivo anche in pazienti precedentemente trattati in cui si siano sviluppate delle mutazioni secondarie di resistenza. Oggi lorlatinib è rimborsato in Italia anche come monoterapia in prima linea per il trattamento di pazienti adulti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (Non-Small Cell Lung Cancer, NSCLC) in stadio avanzato positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK) non trattati in precedenza con un inibitore di ALK, oltre che come trattamento di II linea, o successive, in pazienti pretrattati con almeno un inibitore di ALK di II generazione.
Questi pazienti, preferenzialmente (ma non esclusivamente) non fumatori e in età più giovane (al di sotto dei 50 anni), presentano infatti già alla diagnosi una diffusione della malattia a livello cerebrale. Dunque, lorlatinib si distingue non solo per la sua efficacia nella sopravvivenza libera da progressione, ma anche per la significativa riduzione del rischio di sviluppare metastasi cerebrali.
La decisione dell'AIFA si basa sui risultati dello studio CROWN, un trial internazionale che ha confrontato lorlatinib in monoterapia con crizotinib in monoterapia, in 296 pazienti affetti da NSCLC ALK+ avanzato non trattati in precedenza. I dati aggiornati dimostrano la superiorità di lorlatinib in termini di sopravvivenza libera da progressione, presentando risultati senza precedenti nella classe terapeutica. Sulla base di questi risultati, lorlatinib rappresenta la risposta ai principali bisogni terapeutici della patologia NSCLC ALK+, candidandosi come il nuovo 'standard of care' per il trattamento di I linea.
Oltre che sulla sopravvivenza libera da progressione, lorlatinib ha determinato miglioramenti statisticamente significativi anche del tempo alla progressione di malattia a livello intracranico e del tasso di risposta obiettiva sia sistemica che intracranica, che si sono mostrate consistenti anche in termini di durata della risposta stessa rispetto a pazienti affetti da NSCLC avanzato ALK positivo non precedentemente trattato.
"Grazie alla nuova indicazione presentata oggi, offriamo una nuova opportunità alle persone con tumore del polmone non a piccole cellule ALK+ che potranno usufruire di un percorso terapeutico basato sulla medicina di precisione", ha affermato Biagio Oppi, External Communications Director di Pfizer in Italia. "Per Pfizer, che peraltro è da sempre in prima linea nella lotta contro i tumori, è un momento straordinario per l'area Oncologia: grazie all'acquisizione di Seagen, perfezionata a dicembre, abbiamo ora una pipeline formidabile con innovazioni terapeutiche in grado di trasformare la qualità di vita dei pazienti".
"Il tumore del polmone rappresenta una patologia frequente e molto complessa", ha spiegato Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino e presidente di WALCE Onlus. "Grazie alle nuove tecnologie di sequenziamento DNA, sono ormai note molte alterazioni molecolari del NSCLC che condizionano la biologia di questo tumore, alcune delle quali si realizzano nelle prime fasi di sviluppo e sono essenziali per la sua crescita e, quindi, possono rappresentare dei target terapeutici. L'identificazione di questi target è fondamentale per poter identificare il bersaglio di farmaci che garantiscono ai pazienti un'aspettativa di vita sorprendentemente superiore e questo è possibile solo con una corretta e tempestiva profilazione molecolare".
"In questo contesto, effettuare il testing molecolare completo al basale per identificare la proteina ALK è indispensabile per orientare correttamente già la prima decisione terapeutica. Le terapie 'targeted' agiscono in modo mirato su specifici bersagli molecolari, migliorando l'aspettativa di vita dei pazienti e la qualità della stessa rispetto alla chemioterapia tradizionale", ha concluso Novello.
"I risultati dello studio CROWN offrono prospettive interessanti per continuare a ottimizzare le opzioni terapeutiche disponibili nel trattamento di prima linea nella malattia ALK riarrangiata", ha aggiunto Filippo de Marinis, Direttore Divisione di Oncologia Toracica IEO Istituto Europeo di Oncologia di Milano, Presidente AIOT (Associazione Italiana di Oncologia Toracica) e Membro dello Steering Committee CROWN. "Fino ad oggi, infatti, lo standard di trattamento dei pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule avanzato con traslocazione di ALK è stato rappresentato da un trattamento di prima linea con inibitori di ALK di seconda generazione".
"La maggiore efficacia di lorlatinib è stata evidenziata in tutti i parametri valutati, con una riduzione del rischio di progressione di malattia pari al 73%, mentre l'82% dei pazienti con metastasi cerebrali ha riscontrato una risposta intracranica, che è stata completa nel 71% dei casi. La terapia mirata continua, quindi, a portare risultati significativi, dimostrando anche benefici a lungo termine mai riscontrati prima nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato", ha proseguito de Marinis.
Le parole di Biagio Oppi, External Communications Director Pfizer Italia, ad affaritaliani.it
"L’oncologia rappresenta per Pfizer una delle principali aree di interesse, dove concentriamo oltre il 40% degli investimenti. Stiamo impegnando molte delle nostre risorse in questo campo per due ragioni principali: innanzitutto, perché il tumore è diventata la seconda causa di morte al mondo, nel 2020 sono stati registrati 10 milioni di morti e si prospetta che nel 2040 diventeranno 28 milioni; poi perché in questo campo ci sono ancora molto bisogni insoddisfatti", ha dichiarato a margine dell'evento Biagio Oppi, External Communications Director di Pfizer in Italia.
"Per quanto riguarda Pfizer ci sono molte novità: abbiamo 27 molecole nuove e oltre 60 programmi di sviluppo. Si tratta di un impegno importantissimo, che si concretizza nell’utilizzo di diverse tecnologie. Non ultima l'Antibody-Drug Conjugate che abbiamo acquisito tramite Seagen, che permette di affrontare la malattia in maniera meno invasiva rispetto alla più tradizionale chemioterapia. Pfizer non fa mancare un forte supporto alle associazioni che si occupano dei pazienti, cercando in primis di individuare quali siano i loro bisogni. Un ulteriore modo per noi di sostenere la causa è quello di fare prevenzione primaria e secondaria, ad esempio con il progetto co-wellnes con il quale ci impegniamo a promuovere uno stile di vita salutare, una nutrizione bilanciata e attività come lo yoga che possono migliorare qualitativamente la vita del paziente", ha concluso Oppi.
È del dicembre scorso l'annuncio da parte di Pfizer del completamento dell'acquisizione di Segean, società biotecnologica globale che ricerca, sviluppa e commercializza innovativi farmaci per il cancro e leader mondiale nella ADC tecnology, che si sta affermando come modalità innovativa nel trattamento di una vasta gamma di tumori. Con l'aggiunta dei quattro farmaci di Seagen, ADCETRIS® (brentuximab vedotin), PADCEV® (enfortumab vedotin), TIVDAK® (tisotumab vedotin) e TUKYSA® (tucatinib), il portafoglio oncologico di Pfizer comprende ora oltre 25 farmaci e biosimilari approvati in più di 40 indicazioni, tra cui nove farmaci che potenzialmente potrebbero diventare dei blockbuster.
Pfizer ha scelto, inoltre, di donare in maniera permanente i diritti sulle royalties derivanti dalle vendite di Bavencio® (avelumab) negli Stati Uniti all'American Association for Cancer Research (AACR). L'obiettivo è sostenere l'AACR nella sua missione di prevenire e curare il cancro attraverso la ricerca, l'istruzione, la comunicazione, la collaborazione, la politica sanitaria e il finanziamento per la ricerca sul cancro.
L'intervista di affaritaliani.it a Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino e presidente di WALCE Onlus
Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino e presidente di WALCE Onlus, ha raccontato: "Oggi parliamo di tumore polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato, la tipologia di tumore più frequentemente diagnosticata. Ma in particolare parliamo del tumore polmonare non a piccole cellule ALK riarrangiato, che rappresenta all'incirca il 4% della malattia".
"Stiamo parlando di una popolazione particolare di pazienti, perché sono pazienti che nella loro vita non hanno mai fumato o hanno smesso di fumare parecchio tempo prima rispetto alla diagnosi, e parliamo inoltre di una fascia di età più giovane rispetto a quella che siamo abituati a vedere affetta da questa patologia", ha proseguito Novello. La patologia è aggressiva, e si presenta circa nel 30% dei casi con metastasi cerebrali al momento della diagnosi.
"Avere a disposizione nuove opzioni di cura, soprattutto con un'elevata efficacia a livello cerebrale, è fondamentale. Così come fare una diagnosi corretta. Oggi non è più possibile parlare di tumore polmonare non a piccole cellule in generale: serve una profilazione molecolare corretta, perché l'applicazione di quella che si chiama medicina di precisione, prevede l'identificazione di un target per poter prescrivere il farmaco giusto e dare un vantaggio in termini di qualità e quantità di vita ai nostri pazienti", ha concluso Silvia Novello.
Le dichiarazioni di Filippo de Marinis, Direttore Divisione di Oncologia Toracica IEO Istituto Europeo di Oncologia, ad affaritaliani.it
"Lo studio CROWN", ha spiegato Filippo de Marinis, Direttore Divisione di Oncologia Toracica IEO Istituto Europeo di Oncologia, ai microfoni di affaritaliani.it, "ha dimostrato, nel confronto fra questa nuova molecola di terza generazione contro il riarrangiamento del gene ALK, dell'adenocarcinoma polmonare, la molecola lorlatinib, nel confronto con crizotinib, un inibitore di generazione precedente, di ottenere un forte controllo nella sopravvivenza dei pazienti libera da progressione".
Lo studio si poneva l'obiettivo di valutare quanto fosse lunga la progression free survival a tre anni: "Si è riscontrato che il 64% dei pazienti che hanno fatto lorlatinib non ha ancora avuto la prima metastasi, a differenza del 19% dei pazienti trattati con crizotinib. Abbiamo già pronta l’osservazione a 5 anni, che presenteremo a giugno di quest'anno, che dimostra la forte efficacia della molecola rispetto a tutte le altre", ha proseguito de Marinis.
Di fatto, il 25% dei pazienti iniziali che avevano metastasi cerebrali hanno avuto una risposta completa, che ha portato alla sparizione di queste metastasi nel 72% dei casi: "È questo il grosso vantaggio, ossia l’inibire la presentazione futura di lesioni cerebrali. È decisamente un farmaco innovatore e ci auguriamo che cambi, il prima possibile, la pratica clinica. Speriamo che, quanto prima, i pazienti italiani possano beneficiare dell'efficacia dimostrata, a distanza di quasi due anni dai pazienti europei", ha concluso de Marinis.