Usa, scoperta molecola per ringiovanire il cervello e la memoria
Un primo passo che potrebbe sconfiggere l’Alzheimer
Usa, scoperta molecola per ringiovanire il cervello
Scoperta da ricercatori americani una molecola che dovrebbe ringiovanire il cervello e ripristinare la memoria. Una specie di fonte di giovinezza. Un miracolo? Forse si forse no anche perchè per il momento questo effetto è stato riscontrato solo sulle cavie. Alcuni anni fa, seguendo l'idea della parabiosi (avvicinare animali anziani con giovani) il team del neurologo Tony Wyss-Coray dimostrò che i topi anziani recuperavano memoria dopo una iniezione di plasma sanguigno di topi giovani, plasma ricco di molecole in grado di attivare la rigenerazione dei tessuti. Il nuovo studio si è così concentrato sulle nuove molecole ringiovanenti. Il neurologo ha sostituito il plasma con il liquido cerebrospinale. I ricercatori hanno estratto questo fluido da topi giovani iniettandolo in animali anziani. La trasfusione ha dato energia cerebrale ai senior facendo loro ricordare una semplice sequenza di eventi. Gli scienziati hanno analizzato il cervello di questi animali e verificato che avevano iniziato a generarsi nuovi oligodendrociti, un tipo di cellula che costituisce la sostanza bianca del cervello e funge da supporto per la materia grigia in cui si trovano i neuroni.
Usa, un primo passo per sconfiggere l'Alzheimer
Anche se è ancora prematuro potrebbe essere questo un primo passo per riuscire a sconfiggere l'Alzheimer. Una malattia neurodegenarativa che è da tempo uno degli obiettivi della biomedicina. La sfida è difficile anche perchè Il nostro cervello (un chilo e mezzo di materia organica) ha circa 100.000 milioni di neuroni uniti da 100 trilioni di connessioni. Il morbo di Alzheimer (l’epidemia silenziosa) inizia a uccidere i neuroni circa 20 anni prima della comparsa dei primi sintomi. Nessun trattamento è ancora riuscito a invertire la malattia. Gli scienziati hanno trovato una proteina nel liquido cerebrospinale giovane chiamata Fgf17 —che è in grado di attivare da sola la produzione di giovani oligodendrociti. “Il nostro studio-sostiene Tal Iram, ricercatore presso la Stanford University e primo autore dello studio, pubblicato su Nature- suggerisce che la manipolazione delle proteine del liquido cerebrospinale può ringiovanire queste cellule e migliorare la memoria nei cervelli che invecchiano”.
Usa, una cura difficile da trovare contro l'Alzheimer
L'Alzheimer è stato curato nei topi innumerevoli volte, ma non ancora sulle persone. Parte della spiegazione confermata dai ricercatori potrebbe essere che i topi e gli esseri umani si sono evoluti separatamente per milioni di anni. La proteina tau, che è associata all'Alzheimer, si accumula all'interno dei neuroni, impedendo loro di funzionare correttamente. Uno dei grandi problemi nella ricerca di una cura per l'Alzheimer è che il cervello è isolato dal resto del corpo da una forte barriera immunitaria ed ematologica che rende molto difficile somministrargli i farmaci. In ogni caso, secondo molti scienziati, questo lavoro è importante perché mostra che la memoria può essere salvata. È la stessa cosa fatta con le malattie cardiovascolari; ridurre o eliminare i fattori di rischio modificabili come le diete ipercaloriche, la sedentarietà, l'ipertensione, il diabete, lo stress, la depressione e potenziare i fattori protettivi come il sonno, la socializzazione, l'attività fisica”. Questi fattori i potrebbero essere responsabili di un fenomeno sorprendente che nessun farmaco ha ancora raggiunto: l'incidenza del morbo di Alzheimer in Europa e negli Stati Uniti è del 13% inferiore ogni decennio che passa.