Meteo, gelo record e neve. Impazzito l'Indice NAO. Clamoroso
Meteo, gelo record e neve. Si spacca anche il Vortice Polare
Meteo, gelo record e neve. Seconda parte dell'inverno come non accadeva da tanto tempo
E' arrivata la tendenza ufficiale, sarà una seconda parte dell’inverno fuori dal normale come non si vedeva da anni, addirittura folle. L'aggiornamento conferma la presenza di due segnali che lasciano intendere che ci aspetta una stagione invernale d'altri tempi, caratterizzata da un clima dinamico e ricco di neve fino a bassa quota. Ci sono importanti novità per gennaio e febbraio: vi diciamo il perché di questa affermazione.
Per poter capire come saranno le prossime settimane e mesi sull'Italia dobbiamo allargare il nostro sguardo all'intero emisfero in modo da evidenziare gli attori in gioco che condizioneranno il tempo. Ebbene, rispetto agli ultimi anni qualcosa di anomalo nel campo della pressione atmosferica sta avvenendo in pieno oceano Atlantico.
In particolare l'indice climatico NAO (North Atlantic Oscillation) evidenzia la variazione di pressione al livello del mare tra l'Islanda e le Azzorre. Questa differenza di pressione risulta essere estremamente importante per comprendere le condizioni atmosferiche in Atlantico e i suoi effetti meteorologici sull'Europa e quindi sull'Italia. Quando l'indice NAO è positivo (NAO+), prevalgono i venti zonali da occidente e di conseguenza apportano aria umida dall'Oceano verso il continente (tante piogge e clima mite).
La novità appena arrivata è che l'indice dopo tantissimo tempo è virato pesantemente in negativo (NAO-) e ora sembra impazzito: i venti occidentali sono più deboli e le condizioni atmosferiche a scala sinottica favoriscono correnti anti-zonali (da est verso ovest), con possibilità quindi di irruzioni fredde da Est.
Si tratta in sostanza di un cambio radicale: questo favorirà nelle prossime settimane la formazione di un robusto campo di alta pressione sul Nord-Atlantico. In questa configurazione, il flusso anti-zonale sarà favorito e assisteremo ad irruzioni di aria gelida in discesa direttamente dall'Artico.
Attenzione, le sorprese folli non sono finite qui. Ad aumentare il rischio di ondate di gelo ci penserà anche il Vortice Polare destabilizzato da un improvviso stratwarming: con questo termine, in meteorologia, si fa riferimento ad un anomalo e intenso riscaldamento della stratosfera terrestre, proprio sopra la regione artica, nell'ordine anche di 20/30°C nel giro di pochissimi giorni.
Tale riscaldamento, una volta attivatosi, tende gradualmente ad espandersi verso l'alta troposfera, con ripercussioni sul Vortice Polare (vasta area di bassa pressione in cui si racchiude tutto il freddo che si forma continuamente al Polo Nord): il settore immediatamente inferiore, infatti, viene costretto a deformarsi (dislocazione del vortice polare) o addirittura a suddividersi in 2-3 minimi distinti (si parla in questo caso di split del vortice polare), i quali poi viaggiano in parte verso le medie latitudini, provocando ondate di freddo fin nel cuore del Vecchio Continente e fin sul nostro Paese.
Da ricordare, per esempio, la storica ondata di freddo del 1985, così come quelle del 1929, del 1956 e del 1963, legate proprio ad un riscaldamento stratosferico di questo genere.
Ecco quindi che potrebbe innescarsi un'accoppiata micidiale per le sorti della seconda parte dell'inverno, da una parte la NAO negativa e dall'altra un vortice polare letteralmente a pezzi.
Di conseguenza, nei prossimi mesi l'interazione tra il freddo gelido da est e il possibile arrivo di depressioni in discesa dal Nord Europa potrebbe dar vita ad un periodo piuttosto instabile. Vista la distanza temporale, ancora troppo elevata, non possiamo naturalmente scendere nei dettagli, ma ciò premesso possiamo comunque affermare che ci aspetta con tutta probabilità una fase molto dinamica e fredda, con il rischio di nevicate fino in pianura e sulle coste qualora si formassero dei minimi depressionari sul mar Mediterraneo.
fonte www.ilmeteo.it