Dall’archivio comunale un modello per la Milano smart di domani. FOTO
La capolista della lista I riformisti - Lavoriamo per Milano Giulia Pastorella è stata in visita alla Cittadella degli Archivi
Dall’archivio comunale un modello per la Milano smart di domani
«L’archivio sa già quello che tu ancora non sai di voler cercare» è con queste parole che martedì sono stata nella Cittadella degli Archivi (ex archivio comunale) di Milano, un luogo straordinario dove ho potuto ammirare documenti incredibili: dalla Rubrica degli ebrei residenti a Milano, all’ultima lettera manoscritta di Verdi, fino alla documentazione relativa a una spedizione sul Karakoram finanziata dal Comune molti anni fa.
Quella della Cittadella degli Archivi è una storia interessante, emblematica di come l’innovazione può aiutare a valorizzare il patrimonio storico-culturale di una città offrendo non solo ai residenti un servizio più efficiente ma anche nuove occasioni per cittadini, turisti e studiosi di scoprire la storia meneghina.
Questa vicenda ha due protagonisti, Francesco Martelli, il direttore che nell’arco dei suoi dodici anni di mandato ha trasformato radicalmente il luogo della memoria milanese, ed Eustorgio, l’archivista robot che con la sua intelligenza artificiale gestisce da solo oltre 1,5 milioni di pratiche e fascicoli. Nel complesso degli archivi, sito in zona Niguarda/Bicocca, meccanizzazione e digitalizzazione non sono concetti astratti, ma sono i presupposti che hanno permesso alla struttura di archiviare il triplo delle pratiche a parità di spazio rispetto agli archivi tradizionali, con risvolti concreti anche sulla vita dei cittadini. Infatti, la riorganizzazione ha permesso, per esempio, di accelerare i tempi necessari per lo svolgimento di molte pratiche, come quella per ottenere il bonus ristrutturazione d 110%.
Oltre agli investimenti in tecnologia, la direzione dell’archivio ha avviato con il deciso supporto della Giunta Sala una serie di iniziative dedicate al pubblico (ispirate al modello londinese), come mostre in collaborazione con le università, progetti sociali, sfilate di moda, e un piano di riqualificazione di alcune delle aree dismesse nel complesso di palazzi appartenenti all’archivio che ha portato alla realizzazione di un grande spazio espositivo per congressi e che un giorno potrebbe culminare – nei sogni del direttore – nell’apertura di un bar-ristorante.
Insomma, anche da qualcosa di apparentemente noioso, come un archivio, i milanesi hanno saputo trarre il meglio. Durante il nostro incontro, il Direttore Martelli ha rivendicato orgoglioso come la struttura sia diventata un’eccellenza riconosciuta e abbia negli anni ricevuto visite da tante altre città italiane, che vorrebbero carpirne i segreti del successo.
Io credo che chiunque si candidi a guidare Milano dovrebbe avere la stessa curiosità delle molte amministrazioni che ogni anno si interessano alla Cittadella degli Archivi di Milano e studiare cosa accade lì dentro per capire come utilizzare tecnologia e iniziativa imprenditoriale non solo per valorizzare il patrimonio architettonico e artistico di certi luoghi pubblici, rendendoli sempre più vivi e integrati con i quartieri in cui si trovano, ma anche per offrire migliori servizi alla cittadinanza.
Un esempio concreto è quello del sistema bibliotecario milanese che negli anni ha saputo digitalizzare in modo eccellente il proprio patrimonio pubblico, ma che presenta ancora ampi margini di miglioramento. Il suo completo portale online, da cui si può fruire di tutte le risorse bibliotecarie sparpagliate per la città, per esempio, non è facilmente consultabile da chi non parla l’italiano o ha una disabilità visiva. Eppure, non ci vorrebbe molto per includere queste categorie di fruitori. Il PNRR rappresenta in questo ambito un’opportunità non da poco per luoghi come Milano, che possono avviare complessi processi di ammodernamento. Chi governerà la città nei prossimi cinque anni dovrebbe iniziare fin da subito a capire come sfruttarlo al meglio per valorizzare attraverso la tecnologia e l’innovazione la nostra bellissima città, anche assumendo qualche nuovo ed efficiente Eustorgio!
Giulia Pastorella ha 35 anni ed è responsabile delle relazioni istituzioni europee per Zoom. Ha vissuto molti anni all’estero studiando a Oxford e LSE. Esperta di innovazione e tecnologia è con Carlo Calenda tra i fondatori di Azione. Alle elezioni amministrative di ottobre 2021 è candidata come capolista della lista I riformisti - Lavoriamo per Milano a sostegno del sindaco uscente Beppe Sala