A Milano Frudur-0, la sfida del grano duro sostenibile

Nell’area della Martesana è in corso il progetto Frudur-0. L’obiettivo? Definire un protocollo produttivo per una filiera sostenibile del frumento duro

Milano Frudur-0
Milano
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A Milano Frudur-0, la sfida del grano duro sostenibile

Da un lato c’è l’approccio biologico, che permette di ottenere frumento con residui di prodotti fitosanitari quasi nulli e impatto ambientale estremamente ridotto, ma comporta una riduzione delle rese produttive e il possibile rischio di minore qualità della semola. Dall’altro c’è l’agricoltura convenzionale, che assicura rese elevate e una qualità molitoria e sanitaria di norma più soddisfacenti, a fronte però dell’uso di fitofarmaci e del rischio di residui chimici nei prodotti finali, come semola, pasta e crusche (anche se bisogna ricordare che si rimane nella quasi totalità dei casi sotto i limiti di legge: in quanto a sicurezza alimentare i dati Efsa mettono l’Italia in testa alla classifica europea). 

Cogliere gli aspetti favorevoli dell’agricoltura biologica e di quella convenzionale, limitando, per quanto possibile, quelli negativi, è proprio l’obiettivo di Frudur-0, innovativo progetto di agricoltura sostenibile in corso nel territorio della Martesana, a Nord-Est di Milano. La tappa finale sarà la messa a punto di un protocollo per coltivare grano duro a residuo chimico zero in Lombardia, e non solo. 

Un progetto esportabile anche fuori dalla Lombardia

Il Centro di saggio Agricola 2000 di Tribiano (MI), capofila del progetto, sta sperimentando in campo diverse varietà di sementi e sta testando l'efficacia di differenti strategie di coltivazione e mezzi tecnici (fungicidi, erbicidi e concimi), individuando quelli più utili allo scopo. 

La coltura del frumento duro presenta un’ottima compatibilità con l’organizzazione e la struttura delle aziende cerealicole lombarde, in particolare con quelle nella zona della Martesana, ma non solo. Grazie al suo alto grado di innovazione il progetto Frudur-0 potrà essere esportato in altri territori, provinciali e regionali. Le metodologie innovative impiegate per la coltivazione a residuo zero potranno inoltre essere adattate ed estese ad altre colture in altri areali. Se i singoli consumatori chiedono sempre più spesso alimenti senza residui di prodotti fitosanitari, e anche le richieste dell’Unione europea e della Gdo vanno in questa direzione, a livello mondiale c’è la necessità di soddisfare le crescenti esigenze produttive legate ad una popolazione in continuo aumento.

Partner istituzionali, accademici e aziendali  

Il piano Frudur-0 è finanziato dal PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2014-2020 di Regione Lombardia (Operazione Go Pei - Gruppi operativi del Partenariato europeo per l'innovazione). Tra i partner istituzionali, accademici e aziendali ci sono il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, in particolare la collaborazione con i docenti Amedeo Reyneri e Aldo Ferrero, e il Distretto Agricolo Adda – Martesana (D.A.M.A.), che riunisce 20 aziende agricole per una superficie complessiva di oltre 10 mila ettari. 

Sei i produttori locali direttamente coinvolti: azienda Cascina di Mezzo di Roberto Pirola, azienda Mapi di Pietro Giudice, società agricola San Bernardo, azienda Mariangela Donà, azienda agricola Ceriani Maria Antonia e azienda La Madonnina di Renato Bellaviti. Consulenti del progetto sono il Molino Ferrari di Pavia e il laboratorio Water & Life di Entratico (Bg). 

Fasi del progetto 

Dopo aver valutato la sostenibilità economica, ambientale ed agronomica complessiva, il punto d’arrivo finale del progetto, che ha una durata di 36 mesi e terminerà nell’agosto 2022, sarà la messa a punto di un protocollo per la produzione di frumento duro a “residuo zero”. Successivamente, se la sperimentazione avrà avuto successo, si potrà procedere anche alla costituzione di una filiera della “Pasta della Martesana a residuo zero”.  

Per incentivare l’adesione alla nascente filiera e creare altre opportunità in nuove aree, anche extraregionali, i risultati ottenuti dal progetto sono disponibili e costantemente aggiornati sul sito web di Frudur, ad accesso completamente gratuito.