Il professore a cui lo studente 16enne ha rotto il naso medita di lasciare l'insegnamento

Docente aggredito all'istituto Alessandrini di Abbiategrasso, l'avvocato dell'insegnante: "21 giorni di prognosi, ma il trauma è psicologico". Il preside della scuola: "Il Covid ha acuito i disagi". Le interviste

di Samuel Botti

L'istituto Alessandrini di Abbiategrasso

Milano

Il professore a cui lo studente 16enne ha rotto il naso medita di lasciare l'insegnamento

Si chiama Rocco Laterchiana il docente di storia dell’arte che ha subito la frattura del naso dopo essere stato aggredito con calci e pugni da un suo studente di 16 anni lo scorso 15 ottobre. È successo all’Istituto di istruzione superiore Alessandrini di Abbiategrasso, dove il docente 48enne si era diretto per affrontare quello che doveva essere il suo primo giorno di lavoro nella scuola del Milanese. Istituto già salito alla ribalta della cronaca nel maggio del 2023, quando una insegnante fu addirittura accoltellata da un suo studente.

Secondo la ricostruzione del professore, l’aggressione sarebbe avvenuta pochi minuti prima di tenere una lezione in laboratorio di grafica. Un alunno avrebbe iniziato a riprodurre della musica sul proprio smartphone, e Laterchiana avrebbe chiesto di spegnere il dispositivo. In quel frangente, gli animi si scaldano e un secondo alunno, ovvero colui che poi lo ha aggredito, si è rivolto al docente intimando: "Chi ca… sei tu per dirgli di spegnere?". A quel punto, dopo aver chiesto allo studente di sedersi, il ragazzo è rimasto in piedi costringendo Laterchiana ad accompagnarlo in vicepresidenza. Durante il tragitto nei corridoi, il 16enne avrebbe spinto a terra il professore e avrebbe iniziato a colpirlo con calci e pugni, procurandogli una frattura al naso.

Abbiamo raggiunto telefonicamente l’avvocato di Rocco Laterchiana, Massimiliano Crespi, che ci ha aggiornato sulle condizioni di salute del professore: "Sta meglio, anche se il fatto l'ha colpito molto. È ancora in malattia, ha avuto una prognosi di 21 giorni per le fratture al naso. Sicuramente è più un trauma psicologico che fisico, perché da quando fa il professore non gli era mai successa una cosa del genere. Era successo in passato che qualche alunno, un po’ più sopra le righe, rispondesse in maniera non troppo educata, ma arrivare alle mani mai. È veramente eclatante".


Ed è proprio il trauma psicologico a mettere in dubbio la carriera da insegnante di Laterchiana: "Da mesi sto valutando di lasciare l’insegnamento e di dedicarmi solo all’architettura", ha raccontatoil docente in una recente intervista al Corriere. Ma col tempo le cose potrebbero cambiare: "Prima non era molto dell’idea di proseguire, adesso ci sta riflettendo e vedremo cosa succede", ha affermato l’avvocato.

A livello legale si dovranno attendere le procedure burocratiche. Il tutto è reso naturalmente più delicato coinvolgendo dei minorenni: "Siamo davanti al tribunale dei minorenni, quindi non ci si può costituire parte civile per legge. E naturalmente l'iter è ancora in fase di indagine preliminare, quindi poi vedremo come finirà il procedimento", conclude l'avvocato.

Sono sempre più numerose le aggressioni da parte degli studenti ai danni dei loro professori, e si cerca di capire quali possano essere le soluzioni. Secondo l’avvocato, bisogna arrivare ai ragazzi "attraverso l’insegnamento di educazione civica". Ed occorre "rivedere il comportamento, l'educazione, il rispetto degli altri. Questi temi vanno approfonditi costantemente".

Il preside dell'Alessandrini: "Punizione? Si gestisce come previsto dal regolamento d'istituto"

A confermare il disagio crescente tra i banchi di scuola è anche Michele Raffaelli, preside dell’istituto di Abbiategrasso, che ci ha spiegato come ha gestito l’aggressione: "Si gestisce come previsto dal regolamento d'istituto, cioè si convoca il Consiglio d'Istituto, si notifica alla famiglia un provvedimento disciplinare che si delibera in corso di seduta". Tuttavia, non è la prima volta che episodi del genere toccano la scuola: "Sicuramente c'è un disagio crescente da parte dei ragazzi. Spesso questi episodi sono poco prevedibili. Nel nostro istituto si era già verificata un'aggressione da parte di uno studente a una docente un anno e mezzo fa. Ci sono situazioni difficilmente controllabili, legate proprio a dei disagi e a delle fragilità che nell'adolescenza e in generale nelle famiglie, nella società, si stanno manifestando".
 
Secondo il preside, l’emergenza Covid ha accelerato ed aggravato questo processo: "Questi problemi sono cresciuti anche a seguito dei due anni di isolamento dovuti al Covid. L'impatto può essere stato rafforzato dopo aver vissuto quel tipo di blocco, anche nella relazione, nella crescita, e in generale nell’impossibilità di sperimentare prima certe frustrazioni, certe fragilità che diventano poi poco controllabili".

"Siamo di frone a situazioni sempre più difficili da prevedere e da gestire"

E per il preside, non esistono futili motivi in seguito ad episodi del genere: "Esistono delle ragioni profonde per cui un ragazzo senza piena consapevolezza di quello che sta facendo scatena qualcosa dentro di sé che non riesce a controllare. Ciò non è giustificabile. Ma ripeto, purtroppo siamo di fronte a situazioni sempre più difficili da prevedere e da gestire. Questo anche perché spesso l'alleanza scuola-famiglia non funziona sempre. In questo caso, ha funzionato bene fino a questo episodio".

Ma come poter prevenire situazioni di questo tipo? Con la consapevolezza di avere diritti e doveri da rispettare: "Nelle classi interessate sono stati fatti proprio degli interventi, sia da parte psicologo della scuola, sia di corsi di educazione civica, in particolare sulla consapevolezza delle norme che regolano la vita sociale e della responsabilità di ragazzi che dai 14 anni assumono pienamente, anche se ancora in modo attenuato, i loro diritti e doveri cittadini, e quindi anche penalmente possono essere perseguiti", conclude il preside.

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