Nuovi velivoli per la stratosfera: l’ingegno lombardo vola nello spazio

Con due brevetti lombardi in grado di rispondere alle attuali richieste della Space Economy il mondo aerospaziale diventa ancora più innovativo

di Debora Bionda
Affare Fatto
Condividi su:

Nuovi velivoli per la stratosfera: l’ingegno lombardo vola nello spazio

La Space Economy ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e oggi l’innovazione in ambito spaziale parla sempre più lombardo. È proprio in questo comparto, infatti, che da un’idea fortemente all’avanguardia sono nati due brevetti finanziati dall’Assessorato Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione di Regione Lombardia, per un ammontare di 12 mila euro (su un valore complessivo di 27 mila euro) a valere su fondi POR FESR 2014-2020.

I fondi sono stati erogati tramite il bando Innodriver misura C, dedicato al sostegno della tutela intellettuale di invenzioni industriali, al progetto Alta Quota/Gelsomina dell’azienda Robby Moto Engineering di Casalmaggiore (CR). Una realtà di spicco nel segmento e che dal 2013 fa parte del Lombardia Aerospace Cluster. L’impresa cremonese si è inoltre avvalsa della collaborazione di partner come il Politecnico di Milano, per la realizzazione di un innovativo motore, e di KEMPER Srl, azienda che produce prodotti chimici.

Questi i brevetti che il Bando ha permesso di finanziare:

- velivolo a doppia elica: sistema di propulsione per velivoli ad ala fissa leggeri operanti a quote stratosferiche composto dal bi-motore TEPS configurato per il volo ad alta quota integrato, un meccanismo appositamente progettato denominato "doppia elica", in grado di garantire la propulsione alle basse, medie ed elevate altitudini;

aeroplano: un velivolo ad ala fissa in grado di volare a quote elevate, simile ad un motoaliante, ed integrante il bi-motore TEPS configurato per il volo ad alta quota e con la possibilità di propulsione il meccanismo brevettato denominato “doppia elica”.

Roberto Papetti, fondatore e ceo di Robby Moto Engineering, ha spiegato ad Affaritaliani.it gli obiettivi e i vantaggi del progetto Alta Quota/Gelsomina: “Rispetto alle attuali piattaforme aeree basate su velivoli di vecchia concezione o satelliti e microsatelliti, Gelsomina punta ad offrire un’alternativa per l’accesso allo spazio a costi nettamente inferiori, basata su una flotta di velivoli in grado di volare a 50.000-55.000 piedi con grande autonomia oraria e dotati di bimotore TEPS, appositamente progettato per le alte quote. Lo scopo del progetto è offrire al mercato l’opportunità di una piattaforma stratosferica costo/efficiente e capace di offrire servizi aggiuntivi rispetto a quelli che si possono avere ora. I velivoli della flotta sono infatti “multipurpose”. Al momento il prototipo è guidato da un pilota, ma le versioni finali saranno possibili in futuro sia “manned”, che “unmanned” senza pilota. I velivoli sono basati su un motore TEPS ottimizzato per il funzionamento a quote stratosferiche integrato a una cellula estremamente simile ad un motoaliante.”

“Tanti i vantaggi della piattaforma Gelsomina: è pronta al volo in tempi brevissimi, ha bassi costi di produzione e gestione perché è basata su un motore a pistoni, il consumo di carburante è contenuto, ha grande autonomia, è estremamente flessibile per cui si presta a svariati tipi di missione, è facilmente schierabile in zone remote in modo similare ad un motoaliante e non necessita di apparati complessi per la gestione”, sottolinea Papetti.

Le innovazioni brevettate sono ancora in fase di sperimentazione ma non c’è dubbio che siano destinate a rivoluzionare il segmento aerospaziale.

Alta Quota/Gelsomina è la prova che le grandi idee possono volare decisamente in alto.