Affari della 'ndrangheta sul padel a Milano: un condannato
Condannato a due anni e otto mesi Marco Molluso, imprenditore che realizzò diversi campi da padel con soldi provenienti da un giro di false fatturazioni
Affari della 'ndrangheta sul padel a Milano: un condannato
Condannato a due anni e otto mesi Marco Molluso, imprenditore che nel dicembre del 2022 era finito ai domiciliari nell'ambito di una inchiesta che aveva accertato come la 'ndrangheta avesse allungato le mani anche sul business del padel: erano stati sequestrati preventivamente otto campi del valore di 700mila euro all'interno di un centro sportivo comunale a Milano.
Il dissequestro dei campi da padel dopo la condanna
La sentenza è stata emessa con rito abbreviato dalla gup di Milano Tiziana Gueli, a seguito delle indagini della Direzione investigativa antimafia di Milano e della pm della Dda Silvia Bonardi. Quei campi da padel sarebbero stati costruiti, secondo le indagini, coi soldi illeciti di un giro di false fatturazioni. Denaro così investito, per l'accusa, dall'imprenditore, nipote del presunto boss della 'ndrangheta Giosofatto Molluso della 'locale' di Corsico (Milano), già condannato a seguito dello storico blitz "Infinito" contro le cosche lombarde del 2010. Come riferisce Ansa la giudice con la sentenza ha dissequestrato i campi, che così tornano al Comune.
Il Centro sportivo comunale Sant'Ambrogio di Milano era stato affidato dal Comune in concessione alla società Palauno Asd. Stando all'ordinanza del gip Anna Calabi, il 39enne Molluso, che agiva assieme ai figli del presunto boss, da "amministratore e rappresentante legale della Mc Immobiliare" avrebbe impiegato nel 2021 almeno "177.706" euro, "provenienti" da una frode fiscale da 1,5 milioni, finanziando la realizzazione degli otto campi. E ci sarebbe stato alla base un finto "contratto di prestazione d'opera" tra la Palauno "e la Mc Immobiliare, tale da dare giustificazione documentale" ai lavori per i campi. La difesa, col legale Matteo Picotti, farà ricorso in appello contro la condanna.