Afghanistan, Milano in Comune: profughi, dare residenza a richiedenti asilo

La proposta: un “passaporto cittadino” a chi ha uno status irregolare o precario rispetto alle leggi nazionali in materia di immigrazione

Milano
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Afghanistan, Milano in Comune: profughi, dare residenza a richiedenti asilo

“Ben venga la disponibilità immediata ad accogliere chi sta scappando oggi, senza dimenticare nessuna responsabilità sarebbe ancora meglio, ma i conti si possono fare anche dopo. Noi però chiediamo che si riveda in toto la politica dell’accoglienza per chiunque scappa dalla guerra, dalla fame, dalla siccità, dalla povertà. Milano che vanta di essere una metropoli europea, chieda e pretenda all’Europa un intervento coordinato, come richiede oggi l’Unicef”. Così la lista Milano in Comune prende posizione in merito alla situazione in Afghanistan e dopo le parole del sindaco Sala che ha detto che Milano si sta preparando all’accoglienza dei profughi.

“Si può intervenire davvero, a partire dalle scelte locali. E noi non lo chiediamo da ora.Noi abbiamo le idee chiare, le abbiamo sempre avute – sottolinea Milano in Comune -. Se la tragedia afghana ha scosso le coscienze (come non è avvenuto purtroppo mentre altri popoli scappavano negli ultimi anni), è il momento di fare di più anche qui: dare subito la residenza ai richiedenti asilo come chiediamo all’amministrazione di questa città di fare da tempo, e come è possibile fare visto che il divieto di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo è stato cancellato dalla sentenza n. 186 del 2020 della Corte costituzionale; mettere a disposizione i luoghi sfitti, le caserme dismesse (come era stato fatto per la ex caserma Montello, esperienza partita bene, anche e soprattutto grazie alla mobilitazione della cittadinanza attiva e sensibile, ma poi conclusasi non certo dei migliori dei modi possibili) per le persone migranti e le persone senza tetto presenti sul nostro territorio, anche in previsione dell’inverno e dei rischi Covid; chiedere più fondi per l’accoglienza uscendo dalla logica emergenziale, chiedendo al governo di ridurre le spese militari e i costi di repressione (i CPR di cui sopra); farsi portatore di innovazione politica anche nel confronto del governo e non esternalizzare al mondo del volontariato il ruolo che un ente locale come Milano, e la sua città metropolitana dovrebbero avere".

"Proponiamo - prosegue la nota di Milano in Comune ripresa da Mianews - in linea con le politiche di molte città europee, di introdurre un “passaporto cittadino” rivolto principalmente a chi ha uno status irregolare o precario rispetto alle leggi nazionali in materia di immigrazione (lavoratrici e lavoratori migranti senza permesso di soggiorno, persone con un visto temporaneo scaduto, richiedenti asilo in attesa di responso o che hanno ricevuto un diniego alla loro richiesta di protezione internazionale, persone soggette a sentenze di deportazione, apolidi cui ancora non è stato riconosciuto lo status). Un documento rilasciato dal Comune di Milano renderebbe esigibili alcuni diritti fondamentali e permetterebbe l’accesso a dei servizi di base oggi negati, senza confliggere con normative nazionali”.