Alessandro de Chirico (capogruppo FI): “San Siro si può ristrutturare"

Quarto anello e migliori servizi, il capogruppo de Chirico presenta lo studio per ristrutturare il Meazza. L'intervista di Affaritaliani.it Milano

Eleonora Bufoli
Alessandro De Chirico
Milano

Alessandro de Chirico (capogruppo FI): “San Siro si può ristrutturare"

“Sono rimasto molto soddisfatto della presentazione dello studio ieri in commissione consiliare. Già quando ne ho parlato con il sindaco Sala prima di Natale, avevamo avuto un feedback molto positivo, per questo abbiamo organizzato una commissione per continuare il percorso istituzionale”. Il capogruppo e consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico, raggiunto da Affaritaliani.it Milano, ne è certo: la soluzione migliore e più veloce è ristrutturare lo stadio Meazza. Per farlo ha presentato lo studio “Per la conservazione, rivalutazione e trasformazione in Experience Stadium” fatto dallo studio Arco Associati e dall’architetto Giulio Fenyves. Tante sono le novità, dal quarto anello alla capienza a 70mila posti, nuove aree vip e sedute con servizi integrati smart fino a nuovi spazi per fruire a 360 gradi dell’atmosfera da stadio. Una scelta dettata dal vincolo che scatta dopo 70 anni sulle opere pubbliche. Un’altra prerogativa è ora convincere le squadre a tornare, con il diritto di superficie sullo stadio.

Milan e Inter torneranno con questa proposta?
Le squadre hanno risposto che devono vedere il progetto; da oggi lavoriamo con loro, ci sediamo al tavolo e facciamo vedere che la proposta è sensata, ci sono soluzioni positive anche rispetto alle criticità avanzate. Anche lo scoglio di dover giocare le partite casalinghe da un’altra parte viene meno. Nello studio c’è la soluzione di intervenire a campionato in corso. Si può continuare a giocare anche con i lavori. Inoltre la proposta del sindaco di cedere il diritto di superficie alle squadre è una soluzione che potrebbe attirarle. Andrebbe rivisto anche l’affitto di 8 milioni all’anno adesso. Accendere oggi un mutuo costa già tantissimo per un cittadino, lo ricordava anche il sindaco. Figurati per una squadra di calcio che deve pagare il 10% di interessi. Queste considerazioni andrebbero fatte.

Lo studio prende in considerazione anche le criticità emerse dal dibattito pubblico e dall’incontro con i residenti di San Siro?
Sì. Tra queste l’aspetto acustico. Ci sono state rimostranze da parte dei residenti sul fatto che sia importante insonorizzare maggiormente lo stadio. Un altro tema emerso è la necessità di un lascito pubblico rappresentato da un nuovo parco realizzato su un’area oggi solo cementificata: nel progetto diventa un luogo verde fruibile. È un progetto molto concreto. Un’altra criticità emersa confrontandomi con una residente del comitato “No abbattimento Meazza” è il tema dei parcheggi. Si possono incrementare ma pensare alla realizzazione di 10mila posti auto è anacronistico. Verrà attivata preso la ztl, che non consentirà a tutti di entrare. C’è già la metropolitana a San Siro, non va creata come a San Donato o Rozzano. Questa è l’area con infrastrutture adatte a ospitare lo stadio. Inoltre nel 2026 compirà 100 anni. Storicamente ha avuto ogni 25 anni un intervento importante: nel 1926 è stato realizzato il primo anelli, nel ’53 il secondo e nel ’90 hanno fatto il terzo anello. Il quarto anello potrebbe essere il quarto intervento strutturale importante che viene fatto.

Si è perso tempo? Si poteva arrivare prima a questa proposta?
Sì. Da parte mia, sono sempre stato a favore del nuovo stadio e dell’abbattimento di San Siro perché le squadre dicevano che volevano uno stadio all’avanguardia e serviva costruire da zero. Ormai però è certo il vincolo previsto dalla legge, che scatta dopo 70 anni per gli edifici pubblici. La Sovrintendenza ci ha detto che sarà un vincolo culturale semplice e si può dunque intervenire su alcuni aspetti del secondo anello, rifacendo i bagni e le sedute.

Perché ha cambiato idea sul Meazza?
Io in veste di amministratore pubblico devo pensare al bene della mia città. Quando ad agosto è venuto fuori che ci sarebbe stato il vincolo, ho avuto il buon senso di cambiare idea, ho fatto le valutazioni perché c’è un vincolo. Con questo vincolo, se non rimangono le squadre, chi va a investire 300 milioni di euro e più per ristrutturare? Dove trovi 10 milioni all’anno per fare la manutenzione straordinaria e ordinaria dell’impianto? Il Comune non può permetterselo. Cosa ne facciamo del Meazza? Lo lasciamo lì, come una cattedrale nel deserto?

Lo studio prevede la presenza di entrambe le squadre?
È imprescindibile la presenza di almeno una squadra. Parleremo con tutte e due, spero che tutte e due rimangano, come hanno sempre fatto in questi anni. Sono 50 anni che giocano nello stesso stadio, le due società hanno sempre avuto buoni rapporti di vicinato. Nel momento in cui esiste già un consorzio Milan-Inter che può gestire lo stadio del domani, siamo favorevoli. Si trovano degli accordi. Il Meazza, “la Scala del calcio” è famosa in tutto il mondo, si deve salvare.

In commissione consiliare quali reazioni ha suscitato la presentazione di questo studio?
Ci sono stati colleghi che ieri non hanno visto nemmeno la presentazione e hanno fatto comunicati stampa dicendo che il progetto era incompleto. Non si possono avere preconcetti solo perché amministra una determinata parte politica. Il sindaco ieri ha detto delle cose importanti che possono trovare gradimento da parte anche delle squadre. Alcuni esponenti di centrodestra hanno fatto polemica ieri. Da parte mia voglio tranquillizzarli perché c’è la possibilità in questa fase in cui niente è certo di poter intervenire su aspetti che non erano stati presi in considerazione. Non dobbiamo dire no a prescindere perché amministra il centrosinistra.

Intanto i cittadini del Coordinamento per la tutela del verde cintura urbana di Milano-Parco Ovest questa sera faranno un’assemblea pubblica perché lamentano la mancanza di rispetto da parte del Comune della delibera sul numero massimo di concerti da tenere tra lo stadio Meazza e i due ippodromi.
Stasera parteciperò. Trovo inaudito che ci sia un documento approvato dal consiglio e venga totalmente ignorato dalla giunta comunale. Il sindaco ha detto che c’erano già accordi precedenti tra chi organizza e la proprietà dello stadio e gli ippodromi e per quest’anno non si può più intervenire. Bastava dirlo prima, non fa fare una bella figura alla sua maggioranza. C’è un imbarazzo tra quello che è stato approvato e la realtà dei fatti. Questo è grave. Nel momento in cui abbiamo votato a novembre quell’ordine del giorno, si dovevano chiamare gli organizzatori e dire che non si possono fare concerti la stessa sera e non si possono superare i 75mila spettatori a sera.

Tornando al Meazza, la presenza delle squadre è dunque secondo lei necessaria. I Verdi al contrario con Tommaso Gorini affermano che “l’errore del Comune è stato quello di interfacciarsi solo con le squadre” e propongono di fare un bando di gara internazionale per la gestione dello stadio, aperto alle squadre ma non solo. Sarebbe fattibile?
Un bando di gara internazionale non è la soluzione ottimale. Richiede tempistiche molto più lunghe. Ora dobbiamo accelerare, lo ha detto anche il sindaco. Il privato ha meno paletti rispetto all’amministrazione pubblica. Può nascere anche un soggetto terzo, è un’ipotesi del sindaco che condivido. Si tratterebbe di una società a partenariato pubblico-privato e ognuno se ne fa carico mettendo la propria parte di capitali. Ora abbiamo l’obiettivo del 2026, con la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi Milano-Cortina. Questo studio sostiene che si possono iniziare i lavori in fretta e far svolgere la cerimonia in totale sicurezza: si può arrivare a quel giorno pronti. Dobbiamo fare in fretta anche perché le squadre sono già avviate su altre strade, dobbiamo cercare di farle tornare indietro.

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