Armani Operations sotto inchiesta, i giudici: "Non ha impedito il caporalato"

La società controllata da Giorgio Armani è stata ritenuta colpevole di agevolare il caporalato

di Redazione
Armani Operations sotto inchiesta, i giudici: "Non ha impedito il caporalato"
Milano

Armani Operations sotto inchiesta, i giudici: "Non ha impedito il caporalato"

La Giorgio Armani Operations Spa, società controllata dalla Giorgio Armani spa, è stata ritenuta colpevole di agevolare il capolarato. Per questo motivo il Tribunale di Milano avrebbe disposto una misura di amministrazione giudiziaria, nell'ambito di un'inchiesta su un presunto "utilizzo e sfruttamento di manodopera irregolare e clandestina" a partire dal 2015, attraverso catene di subappalto con opifici cinesi.

Filiera Armani, "agevola lo sfruttamento lavorativo"

La Giorgio Armani Operation Spa, il ramo dell'omonimo colosso della moda che con i 1212 lavoratori dipendenti si occupa di fabbricazione di prodotti di abbigliamento e accessori, poi distribuiti dal Gruppo, sarebbe "incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito del ciclo produttivo. Non avendo messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative, ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici tanto da agevolare (colposamente) soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato". E' quanto viene spiegato dai pubblici ministeri di Milano Paolo Storari e Luisa Baima Bollone, che indagano per caporalato nei laboratori cinesi lungo la filiera di Armani. 

Armani Operations: trovato il "registro nero"

I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro, conducendo ispezioni in alcuni opifici in tutta Italia, hanno trovato nelle aziende un "registro nero" che conferma come le "lavorazioni dei dipendenti sono sicuramente superiori a quelle comunicate agli enti previdenziali/assistenziali". Con orari di lavoro che sforano le 14 ore al giorno, "tra le 6.45 e e le 21, anche in giorni festivi". Dunque, "E' fuor di dubbio che la società non abbia mai effettivamente controllato la catena produttiva". Così scrive il Tribunale di Milano in merito alla "condotta agevolatrice" nello sfruttamento dei lavoratori della societa' del gruppo Giorgio Armani.

Armani Operations sotto "primario controllo dell'amministratore giudiziario"

Nel frattempo, il presidente del Tribunale Fabio Roia fa sapere che il commissariamento avverrà "senza impossessamento degli organi amministrativi, consentendo quindi alla società la piena operatività sul piano imprenditoriale". E garantirà "una affidabilità di mercato addirittura rafforzata dalla presenza del Tribunale" sotto "il primario controllo dell'amministratore giudiziario Piero Antonio Capitini", che affiancherà il management nella bonifica dei rapporti coi fornitori. La società del gruppo Armani non è indagata, mentre sono accusati di caporalato i quattro titolari "di aziende di diritto o di fatto di origine cinese".

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