Autonomia, la Corte boccia il referendum. Fontana: "Sentenza storica"
Il governatore lombardo esulta per il pronunciamento della Corte costituzionale: "Autonomia, smontato il tentativo di contrapporre Nord e Sud"
Autonomia, la Corte boccia il referendum. Fontana: "Sentenza storica"
“Sono molto soddisfatto di questa decisione perché il tentativo portato avanti dai Comitati referendari e dai partiti di Sinistra di contrapporre il Nord al Sud è stato smontato dalla Corte costituzionale. La Suprema Corte, con una sentenza storica, ha certificato in maniera chiara e netta che l’impostazione della Legge Calderoli - al Ministro, rivolgo nuovamente il mio apprezzamento per l’impegno profuso - è coerente e corretta rispetto alle previsioni costituzionali e non vi è bisogno di alcun referendum sul tema". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commenta la decisione della Corte costituzionale sulla richiesta di referendum sulla Legge Calderoli.
"La Lombardia - aggiunge il sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega all'Autonomia, Mauro Piazza - ha aspettato in maniera fiduciosa questo esito ed ora si attiverà per riprendere il negoziato con il Governo in maniera celere per adempiere alla volontà dei lombardi che con un vero referendum hanno chiesto l’Autonomia della Lombardia”.
La decisione della Corte costituzionale sul referendum
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito del referendum per abolire la legge sull’autonomia differenziata, che quindi non si farà. Secondo il comunicato pubblicato dalla Corte «l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari». La sentenza con le motivazioni sarà depositata entro il 10 febbraio. C’era molta attesa sull’esito della decisione della Corte, sia perché il referendum era stato chiesto dalle opposizioni, sia perché riguarda una legge che il governo non sostiene in maniera del tutto compatta.
La legge era stata voluta dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli (Lega) e definisce le modalità con cui le regioni potranno chiedere e ottenere di gestire in proprio alcune delle materie su cui al momento la competenza è dello Stato centrale. Non comporta un effettivo trasferimento di competenze, ma si limita a indicare il percorso per chiederlo e negoziarlo. A novembre del 2024 la Corte costituzionale aveva dichiarato in parte illegittima la legge, e per questo ci si chiedeva se avesse senso fare un referendum su una legge che con ogni probabilità dovrà cambiare per poter essere applicata.