Carcere Beccaria, l'ex comandante risponde a gip Milano

All'allora comandante viene contestato di aver scritto relazioni di servizio false in quanto "consapevole del metodo violento reiterato"

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Milano

Torture al Beccaria, al via interrogatori degli agenti sospesi 

Sono iniziati al Palazzo di Giustizia di Milano, davanti al gip Stefania Donadeo, gli interrogatori degli agenti di Polizia penitenziaria sospesi dall'incarico con misura cautelare nell'inchiesta su presunti maltrattamenti e torture nel carcere minorile Beccaria, che ha portato in carcere anche tredici loro colleghi.

Beccaria: ex comandante risponde a gip Milano

L'ex comandante della polizia penitenziaria all'Ipm Beccaria Francesco Ferone ha parlato e risposto per due ore alla gip Stefania Donadeo nell'interrogatorio di garanzia. Il 47enne e' indagato dalla procura di Milano per maltrattamenti e falso sui presunti pestaggi e soprusi commessi dall'autunno 2022 allo scorso marzo nei confronti di una decina di detenuti minorenni. Ferone, accompagnato dal legale, all'uscita dal palazzo di giustizia non ha rilasciato dichiarazioni. Con l'allora comandante a cui viene contestato di aver scritto relazioni di servizio false in quanto "consapevole del metodo violento reiterato dai suoi sottoposti nei confronti dei detenuti e delle plurime aggressioni commesse". 

Torture al Beccaria, 'scene cruente' dalle telecamere interne 

La "scena cruenta" di un pestaggio ai danni di un detenuto di 15 anni, con tanto di fotogrammi delle violenze riprese dalle telecamere interne, è contenuta in un'annotazione del 15 marzo scorso, redatta dal Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria, agli atti dell'inchiesta della Procura di Milano su presunte torture e maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria, che una settimana fa ha portato in carcere 13 agenti e alla sospensione di altri otto colleghi. Nell'annotazione degli investigatori si parla, in particolare, dell'episodio avvenuto l'8 marzo scorso, una delle imputazioni contenute già nell'ordinanza cautelare. Quel giorno il 15enne, che in precedenza si era procurato dei tagli "sulle braccia", sarebbe stato prima "condotto fuori dalla cella" da quattro agenti e poi trascinato per le scale, "tirandolo anche dal braccio sanguinante", da uno di loro.