Bonetti (Azione): "Rompere il bipolarismo a destra e a sinistra"

L’ex ministra Elena Bonetti è candidata in tutte le circoscrizioni alle elezioni europee: "La sfida è tra due visioni dell'Europa". L'intervista

Nicolò Rubeis
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Milano

Bonetti (Azione): "Rompere il bipolarismo a destra e a sinistra"

"La sfida è tra due visioni dell'Europa. Ma fin qui siamo gli unici, insieme a Forza Italia, ad aver presentato un programma". L’ex ministra Elena Bonetti, deputata di Azione, è candidata in tutte le circoscrizioni alle elezioni europee. La scelta di scendere in campo insieme a Carlo Calenda è arrivata dopo l'annuncio della corsa della premier Giorgia Meloni: "Ci candidiamo con una leadership plurale per dare forza a una lista con candidati molto competenti" spiega Bonetti in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "E il giorno dopo le elezioni daremo vita a un partito unitario per rompere il bipolarismo a destra e a sinistra".

Bonetti, al centro c'è molto traffico. Perché un elettore dovrebbe scegliere voi e non Forza Italia o la lista di Renzi e Bonino?
“Perché noi abbiamo una proposta politica coerente basata su un programma. Forza Italia interpreta un ruolo ambiguo nel centrodestra perché in Europa governa contro i suoi alleati italiani, Meloni e Salvini. E in Italia contraddice le scelte che fa in Europa, lo vediamo sul Mes. Renzi e Bonino hanno fatto una scelta tattica, e non di unità politica. La pensano all’opposto su mille questioni, dal premierato al salario minimo. Candidano insieme chi ha posizioni moderate e chi vuole andare in Europa per legalizzare la gpa e la cannabis. Hanno chi sostiene la difesa all'Ucraina e chi ha votato contro l'invio di armi e crede che si debba dialogare con Putin. Se supereranno la soglia, sarà per andare dal giorno dopo ognuno per conto suo.

Un nuovo partito repubblicano dopo le elezioni. Come sarà?
Darà protagonismo a chi lavora nella società civile, nell’associazionismo e nel mondo accademico. Ma avrà anche il volto di una società plurale, che non lascia indietro nessuno: vogliamo rimettere insieme le anime che hanno scritto la Costituzione, quella popolare, socialista, repubblicana e liberale. Quel patto di Paese che Mario Draghi aveva invitato a fare e che le forze politiche legate a tornaconti elettorali si erano rifiutate di portare avanti...

A proposito di Draghi. L'ex premier dovrà avere un ruolo nella futura Europa?
C'è bisogno di un'Europa a guida autorevole. Draghi lo è in Italia e nel mondo. Poi chi lo tira per la giacchetta vuole solo strumentalizzare l’importanza della sua leadership.

Alcuni risultati, come quello della Basilicata, dimostrano che avete appeal nel centrodestra...
La nostra proposta convince le persone che si riconoscono in una politica pragmatica e di buon senso, che vuole rifuggire dagli estremismi inconcludenti di destra e di sinistra. Questi elettori ci sono in entrambi gli schieramenti, perché la politica italiana ha diviso il Paese a metà. Quando inizieremo a ragionare non sul collocamento ma sulle idee avremo fatto il definitivo salto verso una politica che fa anziché limitarsi a commentare e a urlare.

Il Nord Italia sembra diventato terra di conquista. Perché gli imprenditori dovrebbero votare Azione?
Le imprese del Nord dovrebbero essere molto preoccupate dal populismo di certi slogan. Se votano la Lega, in Europa ci va un esponente di nome Vannacci, che non ha la minima visione né la contezza di come si fa un piano industriale e il sostegno all’imprenditoria. Oppure candidati che voterebbero l’uscita dall’Europa e dall’euro, e che si rifiutano di ratificare il Mes come strumento di tutela delle banche. Come se questo riguardasse solo le banche tedesche e ignorando che se la Germania va in recessione soffrono anche le nostre aziende del Nord. Noi abbiamo candidati che sanno cosa significa fare impresa e siamo gli unici a portare una proposta che ha una visione industriale chiara, che è quello che serve per competere con le grandi potenze mondiali.