Bonini (Cgil): domanda di sicurezza? Servono lavoro di qualità e socialità
Il segretario della Cgil milanese auspica investimenti nelle periferie dal punto di vista sociale, culturale e del lavoro
Bonini (Cgil): rispondere alla domanda di sicurezza col lavoro di qualità e la socialità
(IMPRESE-LAVORO) - Milano - Massimo Bonini, segretario della Cgil milanese traccia un percorso, guardando ai grandi temi del 2022. Prima di tutto il “lavoro di qualità” e poi le risposte ai giovani delle periferie, perché “oltre alle Forze dell’ordine sul territorio, occorre la socialità e il lavoro”. “Sicuramente c’è un momento di difficoltà perché il picco di contagi raggiunto in questa fase, al di là delle regole, ha determinato anche una specie di lockdown autogestito dalle imprese che hanno messo in campo processi economici che già conosciamo: più smart working, difficoltà dei pubblici esercizi bar ristoranti, eccetera. Prima di Natale – prosegue Bonini - avevamo una situazione economica che dava delle prospettive di ripresa anche se noi poniamo sempre l’accento sulle condizioni di lavoro concrete. E la situazione del lavoro è esattamente la stessa da tre anni circa: più contratti a termine, meno contratti stabili, con delle ricadute negative sulle condizioni di vita delle persone, delle famiglie, dei giovani che faticano ad entrare nel mondo del lavoro. Poi c’è la questione femminile anche a Milano, dove ci si difende meglio, ma resta un problema aperto. Bisogna tenere insieme lo sviluppo economico che abbia al proprio interno il tema del lavoro di qualità. Spero che a fine gennaio, quando avremo un incontro con l’assessore al lavoro (Alessia Cappello ndr) per riprendere i temi del patto sul lavoro, in quella occasione potremo capire come invertire la rotta”.
In questi giorni numerosi episodi hanno riportato d’attualità i problemi della sicurezza e dei giovani. Il sindaco ha tracciato in Consiglio comunale la sua road map. “Il tema della sicurezza è complesso e articolato, penso che sia importante, condivido l’impostazione del sindaco: non è né di destra né di sinistra, va affrontato compatibilmente con la situazione che c’è. Dico da anni chi strumentalizza il problema sicurezza si dimentica che i maggiori tagli alle Forze dell’Ordine li hanno fatti i governi di centrodestra. I governi Berlusconi sono quelli che hanno tagliato di più risorse alle Forze dell’Ordine. Quindi ben venga il rilancio degli investimenti nella pubblica sicurezza, nell’applicazione dei contratti di lavoro, nei rinnovi contrattuali, le risorse devono arrivare: la sicurezza si rafforza se ci sono gli investimenti. Un ente locale come il comune lo può fare sui vigili urbani, che però non hanno la competenza sulla sicurezza in generale. E poi serve investire sui presidi territoriali, dentro le periferie. Ma se nei quartieri ci limitiamo a gestire la sicurezza come ordine e repressione, credo che non andiamo lontano, rischiamo di aumentare il disagio sociale, col lavoro che manca, la pandemia che complica tutto. In quelle realtà – conclude il segretario della Camera del Lavoro - bisogna agire con una risposta sociale: i presidi territoriali sociali, gli investimenti nelle attività ricreative e culturali. I giovani chiedono spazi per fare e ascoltare musica, per aver momenti aggregativi: ammettiamolo! Questi spazi non ci sono e quando si trovano si pagano. Le cose funzionano se tutte queste opportunità trovano risposta. Il presidio delle forze dell’ordine sul territorio ma anche la socialità, che aiuta sicuramente di più”.