Bonini (Cgil) e il Protocollo Movida: una scelta che squalifica il lavoro

Il segretario della Cgil di Milano critica in un lungo post il Protocollo Movida e lavoro siglato dal sindaco di Milano con le associazioni dei commercianti

Massimo Bonini
Milano
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Bonini (Cgil) e il Protocollo Movida: una scelta che squalifica il lavoro

(IMPRESE-LAVORO.COM) - Milano - Acque agitate dopo la sigla del “Protocollo Movida e lavoro” voluto dal sindaco Beppe Sala e dalle associazioni dei commercianti. Il segretario della Cgil di Milano, Massimo Bonini, ha scritto un lungo post di critica, eccolo: “Se ne parla tanto in questi giorni. Condivido ragioni e finalità che portano alla firma del protocollo ma rimango basito da come nessuno dei soggetti firmatari abbia deciso di coinvolgere chi rappresenta i lavoratori e i cittadini dei comitati. Nella politica di oggi ormai è certo che la parola partecipazione è vuota. Quali sono i nodi sindacali? Due. 1- viene coinvolta un’associazione (AISS) che riunisce aziende (quante non si sa) che forniscono lavoratori dedicati ad un compito parecchio delicato. Ai confini con l’ordine pubblico.  Questa associazione fa applicare un contratto nazionale firmato con l’Ugl (come quello dei rider). Per noi illegittimo perchè non firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi cioè Cgil, Cisl, Uil (concetto più volte condiviso da norme e giurisprudenza). I contratti Ugl hanno stipendi e diritti più bassi. Questo è uno dei motivi per cui chiediamo una legge sulla rappresentanza. Secondo. Gravissimo. All’art.6 i firmatari del protocollo a partire dal Comune di Milano, l’AISS stessa hanno sottoscritto la seguente frase: “promuovere tra le società associate (ad AISS) “prezzi calmierati per l’impiego di personale specializzato” (un pò come dire apprendista con esperienza…). Cioè viene chiesto all’associazione di far pagare meno il costo del personale impiegato! Una follia! Siamo alla vigilia di una campagna elettorale importante per la città. Se questo è il modo pratico di parlare di Lavoro c’è da arrossire per la vergogna. Cosa avremmo potuto fare se presenti al tavolo? Il nostro mestiere."

"Per chi rappresentiamo ma anche per gli interessi collettivi. Individuare le mansioni (se assenti dai nostri contratti) inserirle solo per la provincia di Milano in accordo con le imprese e chiedere un protocollo di lavoro di qualità nella ristorazione, nei pubblici esercizi e nella vigilanza.  Fare quindi il mestiere dei sindacalisti aiutando anche la nostra comunità. Noi non possiamo tollerare concetti squalificanti sul Lavoro! A Milano si deve parlare di lavoro di qualità. Chiediamo da tempo di formalizzare un impegno politico del genere. Non si devono fare scelte per lavoro sottopagato in un settore già colpito da mancati rinnovi contrattuali, grigio, nero ed illegalità diffusa. Contrasteremo in ogni sede il protocollo per farlo modificare e per far valere il diritto ad avere condizioni di lavoro dignitose. Infine una domanda al Comune di Milano: Cosa si pensa della qualità del lavoro nella città? E di quei settori in particolare? La firma è un’ingenuità tecnica, un errore, una svista o la si pensa proprio così?! O una cieca esigenza elettorale? Attendiamo fiduciosi una risposta. Chiara e di merito”, conclude Bonini.