Borghezio: “Una Pontida deludente per noi militanti del Nord”

Mario Borghezio, storico volto della Lega, commenta il 36esimo raduno di Pontida. “Un’occasione mancata”. L’intervista.

di Stefano Marrone
Mario Borghezio Lapresse
Milano

Borghezio: “Una Pontida deludente per noi militanti del Nord”. L'intervista

È stato a più mandati europarlamentare e deputato, ora della Lega è solo militante. Mario Borghezio quest’anno non è andato a Pontida. “Non mi riconoscono più nella prassi e nella predicazione del partito. Continuo a riconoscermi nel simbolo”.  Affaritaliani.it lo ha contattato per un commento della tradizionale kermesse del Carroccio. “Un’occasione persa”. L’intervista. 

Borghezio, che Pontida è stata?

Una Pontida deludente, non solo per il numero dei partecipanti, che non è certo stato brillante – dato a cui concorrono numerose ragioni. La parte deludente sono stati i contenuti politici, che hanno reso la manifestazione un’occasione mancata, nonostante il momento politico ed economico di spunti ne fornisse eccome. 

Cosa è mancato sul "pratone" quest'anno? 

Sono stati completamente omessi tutti i temi irrinunciabili della Lega così come l’aveva concepita Umberto Bossi, e a cui abbiamo aderito noi esponenti storici. Un tempo eravamo “il sindacato del Nord”, oggi parliamo di Ponte sullo Stretto. Opera che manco i calabresi e i siciliani vogliono, dato che i loro trasporti sono medievali. In due anni di gestione del governo Meloni la situazione dei trasporti sta peggiorando anche al Nord. 

Una Pontida fallimentare, insomma? 

Basta leggere le chat dei militanti: c’è forte scoramento. Ho saputo di pullman organizzati da militanti delle regioni del Nord – Liguria e Piemonte su tutte - poi rimasti semivuoti. Questo non va ovviamente a detrimento della passione degli organizzatori, ma di un partito che non è più in grado di mobilitare. Per mobilitare bisogna crederci. E come si fa a credere in chi ha abbandonato il Nord? 

Che partito è oggi la Lega (non più Nord) di Salvini?

Mi riconosco nelle parole che ha scritto oggi su La Stampa di una brava giornalista come Flavia Perina: “un partito in mano a un leader senza bussola”. Non si sente più parlare di autonomia. L’internazionale sovranista di oggi è piccolo nazionale, non ha nulla a che vedere con internazionale autonomista. Noi, veri militanti della Lega Nord della prima ora, ci ritroveremo domenica prossima a Vimercate, per presentare “Patto per il Nord”.

E' vero che in gioventù, prima della Lega, lei militò in Ordine Nuovo di Pino Rauti? Che effetto le ha fatto sentire Salvini citare Ezra Pound? 

La mia militanza in Ordine Nuovo altro non è che una diceria. Negli anni ho vinto numerose cause, ma a quanto pare non basta a sgomberare totalmente il campo da questa falsità. Scopro che tutt'ora nella pagina Wikipedia a me dedicata compare Ordine Nuovo tra le formazioni politiche in cui ho militato: mi toccherà querelare. Venendo a Salvini, può citare chi vuole, il problema è averlo letto e capito. Che abbia letto Pound non saprei, che l'abbia capito francamente dubito. Mi sento di poter dire che è lontano dalle rivoluzionarie concezioni economiche del poeta. Ogni volta che parla di qualche argomento sostanzioso, il nostro segretario mostra di essere estremamente superficiale. Come scrive Manzoni, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. 

Un uomo di valore, come Vannacci, si è preso la Lega?

Di quello che succede tra “il Generalissimo” e Salvinia non so. Di nome faccio Borghezio, non Borgheziadamus. Sicuramente il Vannacci ha dimostrato grande coraggio e capacità come esponente della nostra élite militare. Su quanto sia compatibile con i valori originali della Lega, questo è un altro discorso. Lo si evince ogni volta che parla di politica. 

I valori della Lega sono compatibili con una figura come quella di Viktor Orban?

È molto diverso da come ce lo dipingono. Ho imparato a conoscerlo al Parlamento europeo. Penso che non abbia afferrato la visione autonomista e di autodeterminazione dei popoli che contraddistingue la vera Lega. Se ne accorgerà presto. Molti esponenti del cosiddetto sovranismo europeo stanno dando forfait. A partire da Marine Le Pen, che non vuole scendere a compromessi con una politica europea incompatibile con la visione identitaria dell’Europa dei popoli.

Putin è compatibile con la vostra visione?

Io sono un vecchio tradizionalista: innalzo volentieri la bandiera dello Zar, simbolo di un’Europa dei valori tradizionali, baluardo contro l’Islam e la dittatura comunista. Che lo sia anche l’ex capo del Kgb è cosa tutta da dimostrate. Ci sono militanti della Lega che hanno aiutato gli esuli russi ai tempi dell’Urss. Quando ero giovane caricavo il treno da Torino a Togliattigrad di volantini che i ragazzi di Europa Civiltà poi distribuivano sulla Piazza Rossa. 

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