Cade dalla barella e muore: il Fatebenefratelli risarcisce 700mila euro

Un paziente del Pronto soccorso del Fatebenefratelli di Milano cadde dalla barella, andò in coma e morì tre anni dopo. L'ospedale risarcisce i familiari

Milano
Condividi su:

Cade dalla barella in Pronto soccorso e muore: il Fatebenefratelli paga 700mila euro

L'ospedale Fatebenefratelli ha risarcito con 700mila euro i familiari di un paziente che aveva perso la vita dopo un incidente nel pronto soccorso della struttura. I fatti si svolsero dodici anni fa, l'uomo morì nove anni fa.

L'incidente al Fatebenefratelli nel 2010 e i tre anni di coma

Come riferisce Milano Today, i familiari si sono affidati allo studio legale Lml, i cui avvocati hanno ricostruito la vicenda nei particolari. Il 40enne era stato ricoverato nell'aprile del 2010 per un malore accusato in zona stazione. Portato in Pronto soccorso, era in corridoio in attesa di ricovero. Era improvvisamente caduto dalla barella ed era stato trovato per terra privo di sensi. Entrato in coma irreversibile sino alla morte sopraggiunta tre anni dopo. I consulenti del tribunale di Milano hanno definito di "solare evidenza" le responsabilità del Fatebenefratelli, accertando la "negligenza dei sanitari per avere omesso di adottare ogni più basilare cautela per evitare la caduta del paziente, nonché dell’ospedale, per non aver messo in atto nemmeno quelle strategie minime di prevenzione richieste dalle linee guida già in vigore all’epoca dei fatti".

Fatebenefratelli, la battaglia dei familiari per il risarcimento

Quindi, il risacimento di 700mila euro, che si vanno ad aggiungere agli 80mila di invalidità per i tre anni di coma. I legali dei familiari non sono pienamente soddisfatti:  "L’ospedale si è giovato del lungo tempo trascorso tra l’incidente ed il deposito della sentenza, dovendo così corrispondere un risarcimento molto più contenuto ai familiari della vittima. Non certo volontariamente, sia chiaro: è tuttavia innegabile che, se le gravissime lesioni subite fossero state liquidate al paziente ancora in vita, il risarcimento del danno biologico sarebbe stato incomparabilmente superiore. Troppo spesso assistiamo a liquidazioni del danno tardive: se erogati tempestivamente, senza attendere che la macchina della giustizia faccia il proprio corso e, quindi, prima che il danneggiato perda la vita in conseguenza del danno subito, i risarcimenti sarebbero di gran lunga maggiori. Nel caso specifico - proseguono gli avvocati -, la sentenza ha riconosciuto per il danno da invalidità 'temporanea' 80mila euro per i tre anni di coma che hanno preceduto il decesso del paziente, valutati in 90 euro al giorno, secondo i certamente rivedibili criteri attualmente in uso presso il tribunale di Milano”.

Leggi anche: 

"Berlusconi ha regalato orologi d'oro e...". Sgarbi racconta il matrimonio

"Alina Kabaeva, amante di Putin, va espulsa dalla Svizzera: è come Eva Braun"

Perché aumenta il prezzo del gas? Non per la guerra: attenti alle speculazioni