Regione Lombardia, Cappellari “Il Consiglio ha approvato 20 leggi senza aumentare la pressione fiscale”
Per Alessandra Cappellari, Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza: “Il bilancio del 2024 di Regione Lombardia è positivo per interventi di efficientamento, ma c’è ancora troppa burocrazia. Le sfide per il 2025: scuola, lavoro e sanità”
Alessandra Cappellari - Regione Lombardia
Regione Lombardia, Cappellari “Il Consiglio ha approvato 20 leggi senza aumentare la pressione fiscale”
“Un anno positivo, pur tra molte difficoltà”. Il bilancio del lavoro del 2024 in Regione Lombardia è positivo per Alessandra Cappellari. Il Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza, in quota Lega, mette in evidenza “le oltre venti leggi approvate dal Consiglio che è riuscito a non aumentare la pressione fiscale sui cittadini”. Le sfide per il 2025 dell’Ufficio di Presidenza? Per Cappellari sono la lotta alla burocrazia, attività lavorative estive per ragazzi dai 14 anni e il miglioramento delle liste d’attesa. L’intervista.
Consigliere Cappellari, può tracciare un bilancio sull’anno di legislatura appena concluso?
Un bilancio sicuramente positivo, seppur nelle difficoltà incontrate in questi ultimi anni da tutte le amministrazioni. Il Consiglio Regionale ha approvato circa 20 leggi. Tra le più significative: l’istituzione del Servizio di psicologia delle cure primarie, la promozione dei Distretti del cibo, l’Ortoterapia, la disciplina degli Insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale e il Garante regionale per i diritti delle persone anziane. Il Consiglio lombardo non ha aumentato la pressione fiscale su cittadini e imprese ed ha approvato numerose disposizioni che semplificano e velocizzano le procedure amministrative con benefici sia per la pubblica amministrazione che per i cittadini.
Qual è l’aspetto maggiormente positivo?
Sono stata relatrice di entrambe le Leggi di revisione normativa ordinamentale del 2024. Provvedimenti in grado di modificare diverse normative regionali, combinando più argomenti. Rappresentano un importante strumento di adeguamento della legislazione regionale ai continui cambiamenti e un efficientamento dell’organizzazione regionale, sia in termini di strutture che in termini di procedure, leggi che permettono di dotare la nostra regione di un apparato legislativo più efficace ed efficiente. È stato importante aver avviato il riconoscimento istituzionale delle Scuole di musica, che a mio avviso devono essere mappate per poi venir promosse quali ambiti di formazione artistica ma anche e soprattutto di valenza sociale.
Cosa invece ha funzionato meno?
Nonostante gli adeguamenti normativi e di semplificazione, risulta sempre molto difficoltoso un approccio più snello e pragmatico alle procedure. Resta troppa burocrazia nel collegamento e raccordo con gli enti locali e i cittadini. Inoltre, come Regione ci si ritrova spesso con le mani legate dalla mancanza di competenza su alcuni temi importanti. Una maggiore autonomia e libertà di azione consentirebbero interventi più strutturati ed incisivi. Penso ad esempio al settore dell’automotive, per il quale l’assessore Guidesi si sta battendo per evitare il disfacimento di un intero comparto nel quale la Lombardia è stata per decenni leader e competitor di interi Stati europei e mondiali. C’è un altro aspetto sul quale si sarebbe dovuto fare di più.
Quale?
Consentire ai ragazzi dai 14 anni in su di poter prestare attività lavorativa durante il periodo estivo, con regolare contratto e con facilitazioni per le aziende datrici di lavoro. Questo permetterebbe ai giovani di farsi conoscere e farsi valere in campo lavorativo fin dall’inizio, di sperimentare, anche durante la frequenza delle scuole superiori, diversi lavori, aiutare la famiglia e all’azienda di formare i collaboratori del futuro mantenendo i contatti.
Qual è la principale sfida del 2025?
Due su tutte. Sicuramente riuscire a mettere maggiormente in contatto il mondo del lavoro con quello della scuola, dando così attuazione alle politiche di Regione Lombardia per l’attrazione di sempre più imprese e capitali nel nostro territorio, puntando alle aree da riqualificare e rilanciare. Inoltre, sarà fondamentale migliorare la situazione delle liste d’attesa in Sanità, insistendo con lo Stato centrale perché si trovi una strada celere per aumentare il numero di personale medico, infermieristico e tecnico della sanità. Senza personale, non possiamo pensare di aumentare le visite.