Cappello e il futuro della Design Week: "Garantire temi di alta qualità. Tortona? Calo non strutturale"
L'assessore milanese Alessia Cappello: "Il Salone è stato un bel segnale in un momento di guerre e dazi. Una settimana che il mondo ci invidia. Fuorisalone? Normale per il privato sfruttare la vetrina, ma serve garantire sempre alta qualità". L'intervista
Cappello e il futuro della Design Week: "Garantire temi di alta qualità. Tortona? Calo non strutturale"
"In un momento di divisioni, guerre e dazi, riuscire a organizzare un Salone del Mobile con presenze da tutto il mondo è un bel segnale". Per l'assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Milano, Alessia Cappello, il bilancio del Salone appena concluso è molto positivo. Alcuni quartieri di Milano, come Brera, sono diventati ormai il cuore del Fuorisalone. Altre zone, come quella di Tortona, hanno faticato di più rispetto agli anni passati. Un calo "fisiologico ma non strutturale" secondo Cappello: "L'aspetto positivo è che il Salone si sta diffondendo in tutti i quartieri, senza distinzioni tra centro e periferia". Molto si è discusso degli eventi del Fuorisalone, alcuni poco centrati con il design: "L'importante è garantire che ci sia sempre un tema di qualità molto elevata".
Cappello, in tempi di dazi e barriere commerciali, il Salone del Mobile registra anche il record di stranieri.
Il bilancio del Salone è molto positivo, con più di 300mila visitatori, un dato in crescita e non in linea con le aspettative. Sono arrivati migliaia di buyer internazionali, studenti da 45 Paesi e designer emergenti. Il bilancio è positivo anche per essere riusciti, in un momento di divisioni, fratture, ansie e paure, a organizzare un Salone con arrivi da tutto il mondo, un segnale molto bello. Il design, la bellezza e il saper fare che uniscono: Milano è questa cosa qui.
In cosa, con l'aiuto del Comune, si può ancora migliorare?
Si può sempre migliorare, a partire dagli imbottigliamenti di traffico. Quando il sindaco Sala chiede ai cittadini di lasciare l'auto a casa nelle varie week, dice una cosa giusta. Noi abbiamo potenziato i mezzi pubblici, abbiamo rilasciato licenze taxi e abbiamo sperimentato aree di pedonalizzazione anche per facilitare il passaggio dei soccorsi. Una cosa su cui migliorare, e bisognerà capire come, è il fatto di garantire sempre che ci sia un tema di qualità molto elevata nella proposta che c'è in città.
Come si concilia questo aspetto con le esigenze del Fuorisalone?
La cosa più importante è il Salone del Mobile. Senza la Fiera, non esisterebbe la Design Week, quindi la manifestazione va presidiata. Ma bisogna anche sottolineare che la settimana di Milano è una cosa che tutto il mondo ci invidia, con una serie di eventi che sono alla portata di tutti.
Qualcuno, però, ha fatto notare che alcuni di questi eventi hanno poco a che fare con il design. Che ne pensa?
Come Comune, negli anni abbiamo stabilito una serie di restrizioni sempre più grandi: tutto ciò che accade sul suolo pubblico deve essere culturale, e non commerciale, e avere a che fare con il design. Per esporre prodotti o nuovi prototipi c'è già la Fiera. Noi abbiamo posto l'attenzione sulla sostenibilità, sull'accessibilità e sull'incentivare la presenza di giovani designer. Possiamo esortare i privati ancora di più a restare sul design, ma molti marchi, per esempio quelli della moda, hanno anche una linea sulla casa. Capire quale è il confine non è semplice. E va considerato anche che tutti questi eventi avvengono in una settimana dove non c'è il turista classico in città, ma un turista 'business', di qualità. Penso sia normale, per un privato, cercare di sfruttare la vetrina del Salone.
Brera è diventato il fulcro della settimana, mentre quest'anno zona Tortona ha avuto qualche difficoltà. Come se lo spiega?
È abbastanza fisiologico che ci siano degli anni con proposte che piacciono di più o viceversa. Il punto fondamentale è che ogni anno aumentano le zone e su questo, come amministrazione, abbiamo fatto un ottimo lavoro. Quest'anno il Salone ha coinvolto 18 quartieri, con iniziative a Porta Venezia, ma anche al Corvetto, senza distinzioni tra centro e periferia. L'Accademia di Brera ha fatto una grande operazione con installazioni di altissimo livello che era impossibile non visitare, stesso discorso per il lavoro fatto alla Statale con Interni. Tortona ha avuto qualche proposta in meno rispetto agli altri anni. Un calo fisiologico, non strutturale. Sono sicura che nel 2026 tornerà in auge come è sempre stato.