Caso Ferragni, le chat di Damato: "C'è la guardia di finanza, non andate in ufficio"

L'ex braccio destro di Chiara Ferragni Fabio Damato invitò i dipendenti di Tbs e Fenice a evitare il rischio di essere interrogati durante le interrogazioni. Le chat: "Beneficenza? Quel comunicato è ingannevole"

di redazione
Chiara Ferragni e le uova di Pasqua
Milano

Caso Ferragni, le chat di Damato: "C'è la guardia di finanza, non andate in ufficio"

"Avviso Fabio mi ha chiesto di avvisarvi di non andare in ufficio in Tbs, sia noi dell'ufficio sia chi aveva meeting con lui". "C'è la Guardia di Finanza e stanno interrogando parte del team". "Ragazzi, anche chi sta andando in Fenice, non andate in ufficio". "Sono arrivati anche lì, Fabio non vuole che inizino a interrogare tutti".

Questi sono alcuni dei messaggi inviati ai dipendenti della società di Chiara Ferragni in occasione dell’ispezione della Guardia di Finanza. Comunicazioni frenetiche, quasi un tam-tam d’emergenza per tenere lontano lo staff dagli uffici e limitare al minimo il contatto con gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano. Il "Fabio" menzionato nei messaggi è Fabio Damato, all’epoca braccio destro dell’influencer e ora imputato, insieme a Ferragni, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, per concorso in truffa aggravata nell’ambito delle campagne di marketing del pandoro Balocco e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi.

L’indagine, condotta dai pm Eugenio Fusco e Cristian Barilli, si concentra sulle modalità con cui veniva comunicato il legame tra i prodotti sponsorizzati e la beneficenza. In particolare, si indaga come noto  sulla presunta pubblicità ingannevole che avrebbe spinto i consumatori a credere che l’acquisto del pandoro e delle uova di Pasqua fosse direttamente collegato a donazioni benefiche.

La mail interna dell'ad di Balocco: "Si prendono meriti che non hanno..."

Dagli atti emerge anche una serie di mail che rafforzerebbero il quadro accusatorio. Un dipendente di un'agenzia di comunicazione coinvolta nel progetto, nel novembre 2022, scriveva a una responsabile della Balocco: "CF (Chiara Ferragni, ndr) si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto. Tra l'altro la beneficenza sta proprio diventando il nodo comunicativo centrale di questo prodotto (...) Si parla solo di CF, di Balocco e della Beneficenza".

In un altro scambio interno a Balocco, riferisce Ansa, si discuteva della dicitura utilizzata nei comunicati stampa. L’ad Alessandra Balocco, il 20 ottobre 2022, scriveva: "Si attribuiscono meriti che non hanno, ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno". A questa mail rispondeva una sua collaboratrice con una nota sarcastica: "Mi verrebbe da rispondere 'in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante'".

La mail de I Bambini delle Fate: "Quel comunicato risulta ingannevole"

Al centro dell’inchiesta c’è anche una mail inviata da Federico Camporese, responsabile nazionale de "I Bambini delle Fate", che nel febbraio 2022 avvertiva l’azienda dolciaria Cerealitalia-ID che il comunicato relativo alle uova di Pasqua poteva trarre in inganno i consumatori: "Il messaggio promozionale risulta ingannevole nei confronti delle persone che acquistano l'uovo e quindi in primis verso i vostri consumatori".

Dagli interrogatori emerge inoltre che la beneficenza non era legata direttamente alle vendite, ma veniva comunicata in modo ambiguo. "Abbiamo ricevuto il long form del contratto (...) è comparsa a quel punto la proposta della beneficenza da parte del team Ferragni", ha messo a verbale un’impiegata del marketing della Balocco, sottolineando che la donazione non era collegata a un numero specifico di prodotti venduti, ma a una fee fissa pagata alla società dell’influencer.

Anche il responsabile marketing di Cerealitalia ha riferito agli investigatori che l’idea di associare il prodotto a una causa benefica sarebbe partita direttamente dal team Ferragni.

Il processo si aprirà il prossimo 23 settembre a Milano, con Chiara Ferragni, Fabio Damato, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo imputati per truffa aggravata. L’inchiesta prosegue per chiarire il ruolo della strategia comunicativa nella presunta ingannevolezza delle campagne pubblicitarie.

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