Caso pandoro Balocco, entro dicembre la memoria difensiva di Chiara Ferragni

I legali dell'imprenditrice starebbero preparando la difesa puntando all'archiviazione entro la fine dell'anno

Chiara Ferragni Balocco
Milano

Caso pandoro Balocco, entro dicembre la memoria difensiva di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni si prepara a difendersi dalle accuse di truffa aggravata legate al caso del pandoro Balocco e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi, con una memoria scritta che i suoi legali presenteranno nelle prossime settimane. L'influencer non ha chiesto un interrogatorio davanti ai pm di Milano, confidando nella memoria difensiva per dimostrare l'assenza di rilevanza penale della vicenda. I suoi avvocati, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, puntano a dimostrare che i punti controversi sono già stati affrontati e risolti dall'Antitrust, chiedendo quindi l'archiviazione del caso.

Più tempo per la memoria difensiva

I legali di Ferragni hanno chiesto alla Procura di Milano più tempo per preparare la memoria, che dovrebbe essere depositata entro dicembre. A quel punto, gli inquirenti dovranno decidere se procedere con l’archiviazione o portare l'influencer a processo. Ferragni non è l'unica indagata: nel mirino ci sono anche l’ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell'omonima azienda, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia. L'indagine ruota intorno alla presunta ambiguità nelle operazioni di beneficenza legate alla vendita di pandori e uova pasquali.

Le accuse di beneficenza fuorviante

Il caso Balocco è esploso a dicembre 2023, dopo una multa dell'Antitrust alle aziende Tbs Crew e Fenice, a seguito di un esposto del Codacons. Le indagini ipotizzano che le campagne pubblicitarie legate ai prodotti fossero fuorvianti, facendo credere ai consumatori che una parte dei profitti sarebbe stata devoluta a scopi benefici, tra cui l'ospedale Regina Margherita di Torino e l'associazione "Bambini delle Fate". Tuttavia, le somme già donate non sarebbero correlate ai guadagni delle vendite. Si parla di un presunto profitto ingiusto pari a oltre 2milioni di euro contestato a Ferragni.

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