Caso Salis: fiaccolata per Ilaria in centro a Milano

Milano: al corteo, partito da via Festa del Perdono, era presente anche Roberto Salis, padre di Ilaria

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Milano

Caso Salis: fiaccolata per Ilaria in centro a Milano

 Erano un centinaio le persone che questa sera a Milano hanno partecipato alla fiaccolata in sostegno di Ilaria Salis, la maestra di Monza detenuta in Ungheria perché ritenuta colpevole di un'aggressione ai danni di un neonazista. Al corteo, partito da via Festa del Perdono, era presente anche Roberto Salis, padre di Ilaria, che si è detto rammaricato e spiazzato dalle parole espresse oggi dal Ministro degli Esteri ungherese. "L'Ungheria dice che praticamente mia figlia è giusto che sia in carcere perché ha commesso dei reati gravissimi ed è giusto anche che sia condannata. Tutto questo contravvenendo in pieno a quelle che sono le regole normali di una democrazia in cui tendenzialmente il potere esecutivo non interferisce con il potere giudiziario", ha spiegato Salis. La fiaccolata, organizzata dal Comitato llaria Salis, Amnesty International, Anpi Comitato Provinciale di Milano, Antigone Lombardia, Arci Milano, Lodi, Monza Brianza, Associazione Enzo Tortora Radicali Milano, Camera del Lavoro, Casa Azul, I Sentinelli Milano, Memoria Antifascista, Partito della Rifondazione Comunista Milano, Partito Democratico Milano Metropolitana, si è conclusa in piazza Missori. 

Diario di Ilaria Salis: io straniera tumulata viva 

"Dalla bocca di lupo scorgo alcune guglie e immagino che si tratti di una cattedrale. In seguito scoprirò che in realtà è il Parlamento. Del resto ho trascorso qui a Budapest appena qualche manciata di ore prima di ritrovarmi in manette e della città non so praticamente nulla. Sono in cella da sola e fortunatamente non soffro troppo la solitudine". Sono le parole del diario, lettere indirizzate alla madre, dal carcere di Ilaria Salis, nel quale racconta a più di un anno dal suo arresto, l'11 febbraio del 2023, la sua vita nel penitenziario di Gyorskocsi Utca, Cella 615 raccolte e pubblicate online dal quotidiano 'La Repubblica' e dal Tg3. "Cara mamma ti scrivo, è l'incipit della foto della pagina del diario nel quale ancora si definisce "Io, straniera tumulata viva, mi trattano da mostro e sogno la libertà". Si tratta di lettere dei primi giorni di marzo del 2023 consegnate dall'Ambasciata Italiana ai familiari che hanno deciso di mostrarle: "Tutte le mattine vedo uno spettacolo straordinario che purtroppo non vedrò mai più dalle celle successive. Vedo l'alba. A quell'ora, che non so esattamente che ora sia, normalmente mi sto già allenando. - continua - Lo sport è il mio unico passatempo perché purtroppo non ho neanche un libro. Scendere all'aria aperta è sempre un'esperienza forte: lì hai davvero la sensazione di essere in prigione. A camminare in su e in giù come una tigre in gabbia, in uno spazio delimitato sui lati da grigio lamiere, sovrastato da una rete che scompone la vista del cielo e rotoli di filo spinato lungo il perimetro in alto. Da qualunque parte ti volti, incombono su di te almeno cinque piani di prigione".