Caso Visibilia: Santanchè chiede patteggiamento su presunta truffa all'Inps

La ministra ha anche chiesto una riqualificazione del reato, mentre l'ente previdenziale si costituisce parte civile per recuperare i fondi della cassa integrazione Covid

Daniela Santanchè
Milano

Caso Visibilia: Santanchè chiede patteggiamento su presunta truffa all'Inps

Daniela Santanchè, ministro del Turismo e fondatrice di Visibilia Editore, ha richiesto un patteggiamento nell'ambito del processo per truffa aggravata ai danni dell'Inps. Durante l'udienza preliminare, tenutasi a Milano, i pubblici ministeri Luigi Luzi e Maria Gravina hanno espresso parere favorevole al patteggiamento, che prevede una sanzione di 23.000 euro con la restituzione integrale delle somme contestate. La giudice Tiziana Gueli ha inoltre rinviato al 23 ottobre la decisione su un eventuale trasferimento del processo a Roma, su richiesta della difesa di Santanchè, basata su questioni di competenza territoriale. La difesa ha anche chiesto una riqualificazione del reato, da truffa aggravata a indebita percezione di erogazioni pubbliche.

L'Inps si costituisce parte civile: al centro i fondi Covid

Nel frattempo, l'Inps, rappresentato dall'avvocato Aldo Tagliente, è stata ammessa come parte civile nel processo. Al centro dell'indagine ci sono i fondi ricevuti da Visibilia per la cassa integrazione Covid, circa 126.000 euro, che sarebbero stati erogati nonostante i dipendenti coinvolti abbiano continuato a lavorare. L'inchiesta coinvolge anche il compagno di Santanchè, Dimitri Kunz d'Asburgo Lorena, e Paolo Concordia, entrambi accusati di truffa. Le indagini si concentrano su presunte irregolarità legate alla gestione delle società del gruppo, evidenziando un quadro complesso di illeciti finanziari.

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