Caso Yara, Bossetti: dai reperti un dettaglio che fa sperare la difesa
A 10 anni dall’arresto per il caso di Yara Gambirasio, Massimo Bossetti continua a lavorare per una revisione del processo che lo ha condannato all'ergastolo
Caso Yara, Bossetti: dai reperti un dettaglio che fa sperare la difesa
Massimo Bossetti continua a sperare. Il muratore di Mapello è stato condannato all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio per l’omicidio della 13enne, scomparsa da Brembate di Sopra il 22 novembre 2010 e ritrovata morta tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola. Ma la sua difesa mira ancora alla revisione del processo.
Caso Yara, difesa Bossetti: incongruenze anche sulle calzature
Gli avvocati di Bossetti, infatti, che hanno potuto vedere per la prima volta i reperti dell’omicidio di Yara Gambirasio in una udienza del maggio scorso, a 13 anni dal delitto, avrebbero scoperto un dettaglio che li fa ben sperare, come riporta Newsmondo.it. Lo ha confermato l’avvocato Claudio Salvagni, che insieme al collega Paolo Camporini assiste l’ex muratore, in una recente intervista rilasciata ai microfoni di Crimini e Criminologia, trasmissione di approfondimento sui casi di cronaca nera in onda su Cusano Italia Tv. In particolare la giovane Yara, secondo i legali, non sarebbe stata uccisa Chignolo d’Isola, dove poi è stata ritrovata e ci sarebbero incongruenze anche sulle calzature indossate dalla 13enne.