Cavi d'acciaio e furti: quelli che guardano e non parlano. Commento

Due notizie a Milano che fanno riflettere. Con un filo conduttore: i testimoni filmano ma non chiamano le forze dell'ordine...

di Fabio Massa
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Milano

Cavi d'acciaio e furti: quelli che guardano e non parlano

Ci sono due notizie che in questi giorni colpiscono molto. La prima è su tutti i giornali: il cavo d'acciaio che tre imbecilli hanno teso da una parte all'altra della strada. Una bravata. La seconda, invece, gira sui social. Si tratta di un tizio che, di notte, arriva con la sua bicicletta. Stacca una cassetta di sicurezza da un muro e poi, tranquillo tranquillo, in una via centralissima in città (zona Lazzaretto), si mette ad aprire la cassetta di sicurezza facendo anche un bel po' di rumore. Tanto che i vicini si affacciano a riprendere col cellulare la scena. Poi, aperta la cassetta di sicurezza leva il contenuto, ovvero un po' di soldi, inforca la sua bici, e se ne va.

Tutti filmano, nessuno chiama le forze dell'ordine

Di entrambi i casi colpisce il fatto che queste persone abbiano fatto azioni non fulminee, ma che richiedono un bel po' di tempo (prendi il cavo d'acciaio, legalo da una parte, assicuralo bene, tendilo, vai dall'altra parte, legalo e tendilo. Idem con la cassetta di sicurezza). E che c'è chi ha avuto il tempo di fare un video col cellulare. Ma scendere e fermare? Intervenire? Chiamare le forze dell'ordine? Macché. Forse invece di lamentarsi sempre del senso di insicurezza percepito bisognerebbe pensare che l'insicurezza ci sarà sempre, se non si ha neppure il coraggio di aprire la bocca invece di stare silenti e riprendere.