Centrosinistra, Girelli (Pd): non si può pensare di riprendere modelli passati




Una sorta di nuovo Ulivo "è l'unica strada percorribile se si vuole un'alternativa al centrodestra". Intervista al deputato del Pd Gian Antonio Girelli

Nicolò Rubeis
Gianni Girelli
Milano

Centrosinistra, Girelli (Pd): non si può pensare di riprendere modelli passati




Una sorta di nuovo Ulivo "è l'unica strada percorribile se si vuole un'alternativa al centrodestra. Ma con un'avvertenza: non si pensi di poter riprendere in mano modelli del passato". Il deputato del Pd Gian Antonio Girelli commenta così, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano, la suggestione lanciata da Pierluigi Castagnetti. Tra le ipotesi c'è anche l'idea di trovare un federatore, che potrebbe essere un amministratore locale. In tal senso uno dei nomi circolati è quello del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Secondo Girelli "le persone sono fondamentali ma uno dei fallimenti del Pd è stato voler competere con la destra cercando l'uomo o la donna della provvidenza. Io credo molto in un cucitore alla Prodi".

Girelli, abbiamo già visto, però, che non è semplice tenere insieme i partiti di centrosinistra. Un nuovo Ulivo è davvero possibile?
Questo ragionamento, con l'attuale legge elettorale e il clima politico italiano, è l'unica strada percorribile se si vuole un'alternativa al centrodestra. Ma non si può pensare di poter riprendere modelli del passato. Bisogna avere anche il coraggio di trovare una formula nuova, capace di guardare al domani e intercettare l'attenzione, e si spera il consenso e il sostegno, delle categorie che hanno abbandonato la politica. Come i giovani, il mondo dei piccoli imprenditori e quel 50% di potenziali elettori che sempre più spesso decide di stare a casa e non votare.

Lo scenario adesso è un po' diverso rispetto agli anni dell'Ulivo.
Penso che ci sia stata una grandissima trasformazione delle forze minori rispetto a quel periodo. L'esperienza ci ha portato a fare qualche considerazione e ad abbandonare alcuni esperimenti esasperati che non sono ancora del tutto scomparsi. Detto ciò, l'idea di mettersi insieme c'è ma bisogna farlo su patti solidi e idee forti, e non con vecchi riti che nulla hanno a che fare con il presente.

Il M5s tallona il Pd nei sondaggi. Come farete a ribadire la vostra centralità?
Il Pd ha un ruolo indispensabile e per averlo e mantenerlo non deve perdere la sua natura e ritrovare la capacità di fare sintesi tra le varie culture politiche. Abbiamo vissuto la stagione in cui si è voluto tirare il partito su posizioni centriste, poi su posizioni di sinistra, come se all'interno del Pd si dovesse svolgere una campagna elettorale, con l'abbandono dei segretari e le porte girevoli neanche fosse un grande hotel. Il Pd nasce con una missione precisa: mantenere il valore di una società solidale basata sul rapporto virtuoso tra pubblico e privato senza dimenticare chi è in difficoltà. Con un'idea di atlantismo ben preciso, così come di lavoro e di scuola: senza questo Pd non si va da nessuna parte e le donne e gli uomini del partito devono fare in modo che il Pd sia all'altezza di quest'idea. Anche le altre forze devono riflettere sul fatto che senza di noi non si può creare un alternativa. E mi riferisco a un certo movimentismo di alcuni partiti politici.

Il sindaco Sala può essere un federatore?
Le figure e le persone sono fondamentali, a patto che non ci sia un commissariamento del dibattito. Ma credo molto in figure alla Prodi e non al protagonismo. Al nostro interno non abbiamo un capo o capa, siamo abituati a trovare la sintesi tra varie posizioni che è una 'fatica buona'. Se vogliamo pensare a qualche figura di questo tipo, credo che serva trovare un cucitore alla Prodi, con quel suo modello di anti-leader con cui è riuscito a sconfiggere per due volte il 'leaderissimo' del centrodestra Silvio Berlusconi.

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