Comunali Milano, Maran (Pd): “Penso all’Europa. Le primarie non siano di convenienza”

L’europarlamentare Pd entra nel dibattito sulle Comunali 2027 a Milano: “Non replichiamo l’errore delle Regionali. Servono primarie vere”. L'intervista

di Stefano Marrone
Pierfrancesco Maran
Milano

Comunali Milano, Maran (Pd): “Penso all’Europa. Le primarie non siano di convenienza”

Beppe Sala ha scoperchiato il vaso di Pandora del centrosinistra. A tre anni dalle Comunali a Milano è già iniziato il dibattito sui candidati. L’uscita dell’attuale inquilino di Palazzo Marino su un suo possibile successore – con tanto di profilo civico e nome di Mario Calabresi – non sembra riscuotere molto successo tra i notabili milanesi del Pd. Dopo Majorino, anche Pierfrancesco Maran risponde a Sala: “È prematuro fare nomi per il 2027”. L’europarlamentare dem, vittima del pasticciaccio brutto delle ultime Regionali lombarde, torna a invocare le primarie: “Vanno fatte sempre, non solo quando conviene”. L’intervista.

Onorevole Maran, come commenta le dichiarazioni di Sala sul prossimo candidato alle Comunali?

Credo che sia prematuro avviare un ragionamento oggi per delle elezioni che si terranno nel 2027. Penso sia fondamentale concentrarsi sulla seconda metà di un mandato in cui la Giunta può ancora fare tante altre cose importanti. 

Le sono suonate un po’ fuori luogo le parole del sindaco su un suo possibile successore?

Stona con il fatto che la selezione del candidato del centrosinistra si deve fare solo attraverso le primarie. Non c’è altro strumento. Credo di essere titolato a dirlo, essendo stato l’unico a credere alle primarie alle ultime Regionali. 

Anche lo sconfitto alle ultime Regionali, Majorino, ha dichiarato qui ad Affaritaliani.it che il candidato per il 2027 sarà scelto con le primarie. Sarebbe cambiato qualcosa in Lombardia l’anno scorso?

Non ne faccio una questione personale ma politica. Se tutti ci fossimo battuti per le primarie e non si fosse accettata una candidatura decisa a Roma quella volta, oggi nessuno avrebbe il coraggio di metterle in discussione. Fu una furbizia che ha creato un precedente anche a Milano, che è la città delle primarie.

È rimasto scottato a livello personale dal pasticciaccio brutto delle Regionali?

Ogni elezione è parte di un percorso, considero quanto accaduto un fatto politico, non personale. Con Majorino lavoriamo insieme da oltre venticinque anni, a volte con posizioni divergenti, ma sempre con rispetto reciproco. Non ho problemi con lui. 

In questi giorni i vostri nomi sono stati quelli più citati come possibili candidati per il 2027. Vale anche per lei il “no comment” di Majorino?

Io mi occupo di Milano in Europa. Ringrazio i milanesi che mi hanno permesso di vivere questa straordinaria esperienza al Parlamento Europeo. Sono concentrato su questo incarico. 

Cosa pensa di Mario Calabresi?

Apprezzo molto il lavoro che sta facendo con un’azienda che fa crescere giovani giornalisti. Mi sembra fuori luogo commentare una sua candidatura di cui lui non ha mai parlato. Sarebbe irrispettoso nei suoi confronti. 

Al di fuori dei nomi, le prossime primarie saranno una sfida tra candidati politici e civici?

Non ha senso come contrapposizione. Esistono due tipologie di candidati: quelli che costruiscono il proprio consenso tra le segreterie di partito, e quelli che lo cercano tra i cittadini sul territorio. Ci sono politici che stanno tra le persone ed altri che seguono filiere nazionali, ed anche tra la società civile c'è chi costruisce consenso e chi pensa di dover essere investito dall'alto. Milano vuole un sindaco con la testa sulla città e che costruisce la sua proposta con i milanesi. Milano fondamentalmente vuole autonomia, anche se sa che questo a Roma ha un prezzo. Politico o civico, importa poco, serve che si senta prima milanese e poi di parte.

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