“Costa d’Avorio e Senegal, venti di ripresa?", Airone Seafood protagonista
Sergio Tommasini, CEO di Airone Seafood è intervenuto nell’ambito del webinar “Costa d’Avorio e Senegal, venti di ripresa?”
Airone Seafood, tra i protagonisti del webinar “Costa d’Avorio e Senegal, venti di ripresa?”
Sergio Tommasini, CEO di Airone Seafood è intervenuto nell’ambito del webinar “Costa d’Avorio e Senegal, venti di ripresa?” organizzato da Assolombarda in collaborazione con ISPI e Confindustria Assafrica & Mediterraneo, e che si è tenuto mercoledì 23 marzo.
Il webinar è stata l’occasione per illustrare la situazione geopolitica e le opportunità di lavoro presenti in quella specifica area geografica. La Costa d’Avorio e il Senegal rappresentano le due maggiori economie non anglofone dell’Africa occidentale (dopo Nigeria e Ghana) e si muovono nell’area di libero commercio della zona AFCFTA (African Continental Free Trade Area). Questa zona, in vigore dal 1° gennaio 2021 è una zona di libero scambio africana, la più grande per numero di Paesi che ne fanno parte.
La Costa d’Avorio in particolare conta 26 milioni di abitanti e rappresenta una buona opportunità per investimenti futuri grazie alla sua posizione geografica, che si apre sul Golfo di Guinea, e che rappresenta la porta di accesso al mare per molti paesi africani. “Dopo un decennio di grandi difficoltà economiche e di instabilità sociali, la Costa d’Avorio dimostra una buona crescita soprattutto dal 2014 in poi. Gli interventi hanno infatti sottolineato come, nei prossimi anni ci si aspetta una crescita media del 6,3%”. Queste alcune delle riflessioni di Giovanni Carbone, Head Programma Africa, ISPI; Professore, Università degli Studi di Milano, tra i relatori del webinar che parla di “Una economia dinamica presente in Costa D’Avorio e in Senegal”.
“Airone Seafood - dice Sergio Tommasini, CEO Airone Seafood – opera nel campo delle conserve ittiche e alimentari, in particolare nel prodotto tonno in conserva. La società è presente come sede legale, stoccaggio e distribuzione a Reggio Emilia, nella cosiddetta food valley italiana, e per la trasformazione del prodotto trova la propria sede ad Abidjan dal 1994. Noi rappresentiamo una delle due conserverie presenti e per dare un senso di vicinanza culturale al nostro stabilimento siamo due italiani presenti in stabilimento su 1500 persone”.
Massimo Zaurrini, Direttore Africa e Affari e Infoafrica ha analizzato i punti di forza e di debolezza delle due realtà africane: “Entrambe sono impegnate nella creazione del valore, hanno economie diversificate e c’è una grande attenzione ai privati e al loro ruolo, migliorando molto la facilità di fare impresa”.
Tra le aziende impegnate a creare valore, da 20 anni anche Airone Seafood, che guarda ai numeri e investe nel futuro, Sergio Tommasini: “Insistiamo su un sito di proprietà di circa 26mila metri quadrati e operiamo nella zona a fronte del porto di Abidjan. L’azienda conta 1500 dipendenti di cui la maggioranza è al 75% rappresentata da donne e gestiamo una filiera sostenibile e certificata. Si parla di 23mila tonnellate di tonno all’anno, significa lavorare circa 100 tonnellate al giorno, e per dare un’equivalenza parliamo di circa 150 milioni di lattine o vasi che vengono esportati al 90% in Europa. Ci occupiamo di tutta la filiera e possiamo lavorare solo con le grandi catene di tonniere che sono certificate che in questo caso sono Friend of the Sea e/o Marine Stewardship Council (MSC) che sono le grandi certificazioni della pesca sostenibile.