Curva Inter, così Beretta fu informato del piano di Bellocco per ucciderlo

Il ruolo di Daniel D'Alessandro, detto Bellebuono, che avvisa il capo della curva Nord: c'era un piano di Bellocco per avvelenarlo e occultare il cadavere in una buca riempita con calce viva. La fuga dell'informatore in Bulgaria

di redazione

Bellocco e Beretta

Milano

Curva Inter, così Beretta fu informato del piano di Bellocco per ucciderlo

È Daniel D’Alessandro, detto Bellebuono, il misterioso informatore che avrebbe sventato il piano per uccidere Andrea Beretta, capo della curva Nord dell’Inter. A rivelarlo sono gli accertamenti investigativi svolti nei mesi successivi all’omicidio di Antonio Bellocco, avvenuto il 4 settembre 2024, quando Beretta – già ferito da un colpo di pistola – uccise l’ex socio con 49 coltellate davanti alla palestra Testudo.

Fino ad ora si sapeva che qualcuno aveva avvisato Beretta dell’esistenza di un progetto per eliminarlo: un’aggressione pianificata nei dettagli, con tanto di avvelenamento, occultamento del cadavere in una buca riempita con calce viva e messinscena finale della fuga a Nizza. Oggi emerge che quella “gola profonda” era proprio Bellebuono, lo stesso che – secondo l'accusa – avrebbe sparato due anni prima a Vittorio Boiocchi, storico capo ultras poi finito ai margini.

 

Chi è Daniel D’Alessandro, detto Bellebuono

D’Alessandro, 29 anni, gravitava intorno al gruppo di Marco Ferdico, frontman della Nord, e di suo padre Gianfranco, entrambi oggi indagati per aver organizzato l’omicidio di Boiocchi su mandato proprio di Beretta. Il 23 luglio 2024, Bellebuono partecipa all’incontro di Pioltello in cui Beretta viene minacciato da Bellocco per i presunti profitti extra tratti dal merchandising. Ma è solo a fine agosto che D’Alessandro gli rivela il piano per eliminarlo. "Ti convocheranno alla cascina. Ti offriranno un caffè avvelenato con le benzodiazepine, poi ti uccideranno. Hanno già scavato la buca. Sono andato io a prendere la calce viva per 'sciogliere' il tuo cadavere. Poi faranno sparire la tua macchina, la porteranno in Francia, a Nizza, per simulare una tua fuga". Beretta inizialmente non gli crede, ma dopo un incontro sospetto in cascina con i Ferdico, durante il quale rifiuta un caffè e si accorge di movimenti ambigui, comincia a temere il peggio.

Il primo settembre, alle tre di notte, l’informatore si ripresenta e avverte: il piano è cambiato, non c'è più tempo, si prepara un agguato diretto. Da quel momento, Beretta gira sempre armato. Tre giorni dopo, uccide Bellocco.

Dopo il delitto, le indagini della Squadra Mobile e del Sisco, guidate da Alfonso Iadevaia e Nicola Lelario, si concentrano su tabulati e agganci telefonici. Emergono contatti costanti con Bellebuono, noto anche negli ambienti del Meazza come “il tuttofare” dei Ferdico. Gli investigatori lo rintracciano in un centro commerciale, lo fermano per una notifica e gli offrono protezione in cambio della collaborazione. Ma l’uomo che è con lui al momento del controllo avvisa i Ferdico, che si precipitano da lui e restano con lui 45 minuti.

Il giorno dopo, Daniel D’Alessandro non si presenta all’appuntamento con la polizia. Alla fidanzata dice: "Se non rispondo, dai l’allarme". Poi sparisce. Il 18 febbraio risulta espatriato in Bulgaria. Verrà arrestato l’11 aprile e ora si trova in attesa di estradizione. Una fuga che rafforza il sospetto degli inquirenti: temeva per la sua vita, perché aveva già tradito chi stava preparando un altro omicidio.

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