Da Vinci e Del Vecchio: Leonardi italici
LdV e LdV: cosa accomuna il genio toscano all'imprenditore recentemente scomparso, oltre all'assonanza dei nomi? Il loro essere italici
Da Vinci e Del Vecchio: Leonardi italici
Quasi 600 anni fa, nasceva nel centro Italia un Leonardo destinato all’immortalità. Le sue idee, il suo intuito, la sua inesauribile curiosità ne hanno fatto il più grande concentrato di genio del mondo moderno.
Il 27 giugno ci ha lasciato un altro ineguagliabile Leonardo, lasciando anch’egli segni indelebili nella storia della nostra penisola. Cosa hanno in comune oltre al nome?
Sorti nella lingua di terra che separa il Tirreno dall’Adriatico, hanno entrambi quell’insieme di elementi, mix magico e un po’ inafferrabile, di creatività, fantasia imprevedibilità e innovazione che li rende unici, ed ecumenici: li rende ITALICI.
Nato poverissimo a Milano, da famiglia di Barletta, affidato all’istituto che si occupava dei bambini orfani o abbandonati, detta i Martinitt, Del Vecchio ha avuto una vita impegnativa, intensa, sorprendente, entusiasmante. E straordinaria!
Partendo da null’altro che la sua energia, ha creato un impero da quasi 30 miliardi di dollari e 180.000 dipendenti, conquistando il mondo intero con i suoi “occhiali”.
Vinci non sarebbe così nota se da quelle parti non vi fosse nato Leonardo a metà del 1400. Le sue doti erano da subito così luminose che il suo maestro, il Verrocchio, giurò di non dipingere più, dopo aver visto la meraviglia del pennello di Leonardo nel suo contributo al dipinto del Battesimo di Gesù, che il suo laboratorio produsse nel 1477!
Da Vinci e Del Vecchio: una vita iniziata con qualche difficoltà con entrambi
La vita iniziò per entrambi i Leonardi con qualche difficoltà: figlio illegittimo di un notaio di Vinci, Leonardo non poté, per nostra fortuna, seguire le orme del padre e venne avviato all’arte. Il padre di Leonardo del Vecchio invece, quando nacque lui, non c’era più. La madre gli dette il nome del padre e lo affidò ai Martinitt, donde uscì a 15 anni per andare a lavorare, frequentando però, di sera, l’Accademia di Brera.
Origini simili, con sviluppi unici e straordinari, non comparabili, per mille ragioni: secolo, ambiente, temperamento, inclinazioni… Ma una cosa li salda indissolubilmente: l’italicità!
Perché sono nati in Italia, questa fenomenale lingua di terra del mediterraneo capace di generare meraviglie che illuminano il mondo intero.
Come la poliedrica genialità di Leonardo da Vinci ha invaso continenti e secoli, la pervicace volontà di Leonardo del Vecchio lo ha portato al vertice del suo mercato, diventando il punto di riferimento dell’occhialeria mondiale: “voler essere il più bravo a fare quello che faceva”/(Del Vecchio); “non mollare mai finché non estraeva la risposta che cercava”/(Da Vinci). Queste attitudini hanno reso universali i loro “prodotti”, ricercati, ambìti, ammirati in tutto il pianeta: per questo italici. Perché non ancorati al nostro territorio, nel quale hanno le radici, ma diffusi ovunque, grazie al magnetismo che il Genio Italico sprigiona in tutte le sue forme.
I nostri due Leonardi sono nati in Italia, e insieme a loro un’infinità di persone straordinarie contribuiscono, da secoli, a nutrire di bellezza e di genio il nostro mondo. Non c’è giorno in cui non sia felice di essere nato in questa straordinaria terra, che offre tanto a tutti, anche a chi vive a migliaia di chilometri, che viene a visitarla e che ha la possibilità di portare con sé questa multiforme bellezza, e darle lustro, diffondendola, in ogni parte del mondo.
Stefano Clima
AD di Mercurio Misura
P.s. (nota sentimentale): lavoro a un passo dai Martinitt, dove ha insegnato la mia mamma, ancora ragazza, che mi ha raccontato quanto fosse difficile, per tutti, alunni e insegnanti. Oggi, con il Campus, la Banda musicale, il Teatro e le attività sportive e culturali preziosissime, è una eccellenza, all’Ortica, ri-nascente quartiere post industriale tra Lambrate e Linate. Evviva!