Digitalizzazione, un milanese su due non ha ancora lo Spid
Un milanese su due non ha lo Spid: lo ha detto Layla Pavone, coordinatrice del board per l'innovazione tecnologica della città
Digitalizzazione, un milanese su due non ha ancora lo Spid
“Circa metà dei milanesi non ha ancora lo Spid”. Lo ha detto martedì 26 aprile Layla Pavone, coordinatrice del board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune - recentemente costituito per affiancare l’amministrazione comunale nell’individuazione di soluzioni fondate su tecnologie e digitale - durante la Commissione Consiliare Servizi Civici, Rapporti con i Municipi, Digitalizzazione. “Uno degli ambiti su cui il nostro board sta lavorando, infatti, è il miglioramento della comunicazione dei servizi offerti dal Comune. Alcuni, come appunto lo Spid, vanno spiegati bene al cittadino, spiegando perché sono utili e illustrandone tutte le funzionalità”, ha aggiunto. “Facendo un esempio su questo tema, cito un’associazione no-profit di Corvetto che porta l’informazione sullo Spid casa per casa. Il compito del board è quello di capire se questa modalità, già presente e attiva, è scalabile nel resto dei municipi. Un altro passo per rendere più democratica la digitalizzazione della città”, ha concluso Pavone.
Milano, Pavone: "Un board per rendere la digitalizzazione democratica"
“Questo board ha l’obiettivo di rendere la digitalizzazione democratica, sostenibile e accessibile dai cittadini di Milano. L’innovazione deve essere scalabile a beneficio di tutti”. Lo ha detto oggi Layla Pavone, coordinatrice del board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune - recentemente costituito per affiancare l’amministrazione comunale nell’individuazione di soluzioni fondate su tecnologie e digitale - durante la Commissione Consiliare Servizi Civici, Rapporti con i Municipi, Digitalizzazione. “È un organo consultivo, quindi non ha deleghe o budget. Il nostro compito è quello di portare proposte e idee in questo senso sui tavoli dell’amministrazione nelle varie strutture competenti, in maniera trasversale e avendo un’idea chiara e generale di quelli che sono i processi interni”, ha spiegato.
“Altra nostra importante funzione è quella di fare da ponte tra pubblico e privato per promuovere dinamiche di integrazione tra tutti gli stakeholder della città. Tutto questo tenendo conto delle opportunità offerte dal Pnrr”. Il board è composto da otto membri che prestano i loro servizi a titolo gratuito e rappresentano i vari stakeholder della città. Ma è anche a geometria variabile, ovvero, ha precisato Pavone “aperto agli stimoli di pubblico, privato e partecipate. Siamo infatti consapevoli che la realizzazione di una smart city è una sfida comune, che richiede la partecipazione di tutti”.
L'obiettivo: riunire tutti i servizi della città in un'App
“Ci stiamo occupando di tracciare una road map a medio e lungo termine. Ci sono innovazioni, come il tema della città data driven, che sono più complesse e vedono più attori protagonisti. I dati che sono in pancia all’amministrazione o alle società partecipate, come Atm, vanno coordinati e ci consentiranno, un giorno, di riunire tutti i servizi della città in un’app. In questo modo si potrà realizzare una smart city, nel senso più classico del termine: quindi una città digitalizzata”, ha precisato. “Mentre ci sono innovazioni che possono essere realizzate in più breve termine, ad esempio con l’aiuto delle start up, che spesso hanno soluzioni già pronte all’uso. Uno di questi ambiti di azione è la digitalizzazione dell’offerta dei servizi legati al welfare, che può rendere la vita più facile ai cittadini. A questo proposito, stiamo guardando con molta attenzione a WeMi, la piattaforma pubblica che aggrega l'offerta di servizi di welfare erogati dal Comune di Milano e una rete di associazioni, cooperative e imprese sociali del territorio. Ha un potenziale molto alto e può essere implementata”.
Milano, board digitalizzazione: internazionalizzazione e employability
Altre tematiche sui cui il board si sta concentrando sono: “la gestione dell’incoming dell’internazionalizzazione – vediamo ad esempio la necessità di sinergie tra tutti i soggetti che si occuperanno di un grande evento come le Olimpiadi Milano Cortina 2026 -, l’employability, poiché l’accessibilità a nuove opportunità professionali è strettamente legato alla digitalizzazione, e la comunicazione sui servizi offerti dal Comune – alcuni, come lo Spid, vanno spiegati al cittadino”.
“Facendo un esempio su questo tema, cito un’associazione no-profit di Corvetto che porta l’informazione sulle funzionalità e l’utilità dello Spid casa per casa. Il compito del board è quello di capire se questa modalità, già presente e attiva, è scalabile nel resto della città”.In merito al dialogo con i quartieri, Pavone ha infine aggiunto :“È fondamentale la nostra cooperazione con i Municipi per scalare l’innovazione digitale e realizzazione la cosiddetta ‘città dei 15 minuti’, il modello sostenibile che mette a disposizione del cittadino tutti i servizi di cui ha bisogno a distanza di massimo 15 minuti a piedi”