Discriminazione, Neos condannata. Stanzione (Filt Cgil): "Tutelato chi lavora"

La compagnia aerea Neos Air condannata per discriminazione. Chiedeva ai candidati steward e hostess se avessero figli

Luca Stanzione
Milano
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Neos condannata per discriminazione, Stanzione (Filt Cgil): "Tutelato chi lavora"

Una brutta storia – raccontata in prima battuta dal Corriere Della Sera - quella della compagnia aerea Neos Air che fa base a Somma Lombardo (Varese) e che in occasione della campagna di reclutamento per hostess e stewart aveva inserito nel documento domande rivolte agli aspiranti assistenti di volo (di entrambi i sessi) una domanda che ha fatto infuriare la Filt Cgil. “Il candidato ha figli?” chiedeva Neos, alle future hostess.

L'Ispettorato: "Sanzionata la compagnia aerea"

“Ma avere figli? Anche essere madre o padre può essere un impedimento a diventare assistente di volo?” si sono chiesti i sindacati. Ci ha pensato l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Varese che ha deciso di “sanzionare la compagnia aerea che aveva avviato una procedura di selezione per hostess ed aveva pubblicato sul web un annuncio contenente domande discriminatorie”, scrive l’Ispettorato, che spiega: “E' stato effettuato l'accesso ispettivo negli uffici dell'azienda, e dall'esame della documentazione aziendale è emersa la violazione di cui all'art. 27 del Decreto Legislativo198/2006, in considerazione del fatto che sia l'annuncio che la documentazione predisposta dalla compagnia per la raccolta dei dati dei curricula facevano riferimento a criteri palesemente pregiudizievoli”.

Stanzione (Filt Cgil): "Neos usava i dati per scelte discriminatorie"

“Purtroppo – spiega Luca Stanzione, segretario lombardo della Filt Cgil - come rilevato dalla Direzione Territoriale del Lavoro, l’azienda usava i dati per scelte discriminatorie. Ancora una volta questa vicenda dimostra che avere alcune informazioni significa esercitare un potere sempre a danno del soggetto più debole. C’è chi pensa che tutto delle vite umane deve essere disponibile a chi offre lavoro, anche la volontà o la possibilità di procreare, una cultura che cancella il valore dell’essere umano a cui noi continueremo a contrapporre l’idea che c’è bisogno di proteggere chi cerca lavoro e in quel momento si vede costretto a dichiarare scelte che devono rimanere personali”.

 

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