Domestico ucciso a Milano, l'assassino ricorda solo di aver mangiato e dormito nella casa
Convalidato il fermo per Dawda Bandeh, il 28enne gambiano accusato dell'omicidio di Angelito Manansala. L'uomo non ricorderebbe nulla di quanto fatto nelle 48 ore precedenti all'arrivo della polizia
Dawda Bandeh
Domestico ucciso a Milano, l'assassino ricorda solo di aver mangiato e dormito nella casa
Il gip di Milano, Domenico Santoro, ha convalidato il fermo e applicato la custodia cautelare in carcere per Dawda Bandeh, il 28enne gambiano accusato dell'omicidio del 61enne, Angelito Manansala, strangolato a mani nude dopo essersi introdotto nell'appartamento di via Giovanni Randaccio a Milano dove la vittima lavorava come domestico. Il pm Andrea Zanoncelli gli contesta l'omicidio aggravato dalla rapina in abitazione. Per l'uomo, assistito dall'avvocata Federica Scapaticci, il giudice ha riconosciuto i gravi indizi e le esigenze cautelari del pericolo di fuga e del rischio di reiterazione.
Bandeh non ricorda nulla di quanto avvenuto nell'appartamento
Bandeh non ricorderebbe nulla di quanto ha fatto nelle 48 ore precedenti al momento in cui intorno alle 18 di domenica e' stato bloccato dalla polizia nell'appartamento. Gli unici flash - da quanto appreso - di cui Bandeh ha fatto menzione riguardano il fatto di aver mangiato e dormito nella casa in cui abita in affitto un uomo israeliano di 52 anni. Il ragazzo non ha saputo dire nulla sulle due invasioni di domicilio commesse sabato in via Crema in zona Porta Romana e nelle prime ore di domenica mattina in via Melchiorre Gioia. Nel corso dell'interrogatorio di convalida in carcere a San Vittore Bandeh, assistito dall'avvocata Federica Scapaticci, non avrebbe mostrato segni di squilibrio. Per lui il gip, accogliendo la richiesta del pm Andrea Zanoncelli, ha disposto la custodia cautelare in carcere.
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