Efficientamento e innovazione: la sfida del BIM nelle scuole della Città metropolitana di Milano

Come il Building Information Modeling sta rinnovando la progettazione degli interventi sugli edifici scolastici della Città metropolitana di Milano. Intervista a Giorgia Casarola

di redazione
Milano

Efficientamento e innovazione: la sfida del BIM nelle scuole della Città metropolitana di Milano

Un ecosistema digitale capace di trasformare edifici scolastici energivori in modelli di efficienza e innovazione: è questa la visione che guida la Città metropolitana di Milano nell’adozione del Building Information Modeling (BIM) per la progettazione e gestione degli interventi di efficientamento energetico. Una trasformazione non solo tecnica, ma anche culturale, partita già nel 2017 con il progetto “Territori virtuosi”. E del quale - oggi che l'ambiente BIM diviene strumento obbligatorio per progetti di importo superiore ai 2 milioni di euro - si cominciano a raccogliere i frutti, come racconta ad Affaritaliani.it Giorgia Casarola, responsabile del Servizio Monitoraggio Opere Pubbliche e Sviluppo BIM della Città metropolitana di Milano.

BIM e Città Metropolitana di Milano, un percorso pionieristico

"MMi occupo di BIM da molto tempo, prima che fosse obbligatorio – spiega Casarola –. Il nostro primo passo concreto è stato nel 2017 con il supporto del bando “Territori virtuosi” di Fondazione Cariplo, che ci ha affiancato nel coordinamento delle diagnosi energetiche e nella preparazione delle gare". Quindi, il finanziamento da 14 milioni di euro di Regione Lombardia, investiti in 18 scuole per una riqualificazione completa: impianti, coperture, infissi, parte elettrica. Questo nell'ambito di un più ampio programma di interventi su 143 edifici del territorio.

L’adozione del BIM, pur non essendo ancora prescritta, è stata prevista fin dal bando del 2019, con l’obiettivo di "razionalizzare la progettazione e valorizzare le proposte che già prevedevano l’uso di modelli digitali". I concessionari, spesso privi internamente di figure specializzate, si sono necessariamente avvalsi di studi esterni. Ma la tendenza è ormai chiara: "Ora tutti si stanno strutturando in questa direzione, non solo perché lo impone la normativa ma perché funziona".

Efficienza energetica e gestione del ciclo di vita: gli esempi del Galvani e del Parco Nord

Gli esempi non mancano. All’istituto Galvani di Milano, la progettazione in ambiente BIM ha consentito un confronto diretto con la scuola grazie ai mock-up digitali dei serramenti, poi rapidamente aggiornati dopo un incontro con la dirigenza scolastica. "Un processo che, in ambiente tradizionale, avrebbe richiesto settimane", spiega Casarola.

Al centro scolastico Parco Nord di Cinisello Balsamo, il salto è stato radicale: da un sistema alimentato a gas a una centrale a biomassa a chilometro zero, con addio definitivo alle fonti fossili a partire dalla stagione termica 2024-2025. L’intervento, realizzato in partenariato pubblico-privato con Carbotermo, ha portato a un risparmio annuo stimato di oltre 213mila euro e a una riduzione delle emissioni climalteranti del 60%. Il tutto reso possibile da una progettazione integrata in BIM.

Il BIM come ecosistema e come rete

"Lavorare in ambiente BIM vuol dire ragionare in termini di filiera – spiega Casarola –. È un cambio di paradigma che richiede il contributo di tutti: amministrazioni, imprese, professionisti. Anche per questo abbiamo coinvolto i docenti del Politecnico di Milano Alberto Pavan e Stefano Della Torre, esperti rispettivamente di modellazione e patrimonio architettonico vincolato". Operare in BIM, sottolinea, consente di mappare gli edifici esistenti con un livello di dettaglio che rende possibili interventi più mirati, sia sotto il profilo tecnico che architettonico.

Una scelta strategica, quella di partire dagli istituti scolastici in periferia. "Parliamo di edifici realizzati negli anni Sessanta e Settanta, con consumi energetici drammatici e un’estetica spesso sacrificata. Oggi invece, grazie al lavoro in BIM, possiamo valorizzarli anche dal punto di vista dell’aspetto e della qualità degli ambienti. Un esempio è il plesso di Cimiano, dove i prefabbricati in cemento armato sono stati sostituiti da strutture più gradevoli e funzionali, con un importante miglioramento anche della qualità della luce, elemento apprezzato da chi frequenta la scuola".

Verso una nuova cultura della manutenzione

Uno degli aspetti più innovativi del modello adottato da Città metropolitana è la gestione dell’intero ciclo di vita dell’edificio. "Il BIM non si esaurisce con il collaudo. Le concessioni sono a lungo termine proprio perché includono la manutenzione. È un cambiamento culturale che può portare al contenimento dei costi e a una gestione più consapevole del patrimonio scolastico".

L’obiettivo ora è quello di fare rete, anche con le piccole e medie imprese. "Occorre superare le resistenze e accompagnare chi non è ancora pronto. Proprio perchè non ovunque esistono ancora linee guida chiare su come organizzarsi all’interno degli enti locali è importante confrontarsi, anche per armonizzare strumenti e linguaggi. Il nostro evento del 15 aprile andava proprio in questa direzione".

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