Europa, Strada (indipendente Pd): "Vannacci? Andava ignorato prima"

Cecilia Strada: "Non penso che la difesa comune europea sia antitetica alla pace, anzi io penso che la pace sia la difesa comune europea"

Nicolò Rubeis
Cecilia Strada
Milano

Europa, Strada (indipendente Pd): "Vannacci? Andava ignorato prima"


"Il cambio di mentalità che serve all'Europa è quello di smettere di arrendersi all'inevitabilità della guerra". Cecilia Strada, ex presidente di Emergency, è la capolista indipendente del Pd nel Nord-Ovest alle elezioni europee. "La pluralità del Pd è oro. E nessuno mi ha detto cosa dire o cosa fare" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano dopo le polemiche nel partito per le candidature esterne. Secondo Strada "questa contrapposizione tra persone interne al Pd e civici è già svanita". Sull'immigrazione "servono canali di accesso sicuri e legali". No comment, invece, sulla candidatura del generale Roberto Vannacci, che correrà con la Lega: "Vannacci chi?".

Strada, c'è soltanto un mese per la campagna elettorale.
Le settimane sono decisamente poche, ma i tempi sono questi. Essendo una candidata indipendente era doveroso aspettare la direzione che approvava le liste. Il tempo è un ostacolo, probabilmente un altro ostacolo sono i soldi. Entro adesso in questo mondo e ho strabuzzato gli occhi davanti ai costi vivi di questa campagna elettorale. Ogni volta che mi parlano di costi continuo a tradurli in miglia di navigazione delle navi...

A proposito, sull'immigrazione cosa serve in Europa?
Non sono stupita che la destra ripeta sempre le stesse cose, soprattutto in campagna elettorale, quando si assicurano i voti con slogan vuoti sul contrasto all'immigrazione e costruendo nemici. Il passo in avanti, lo scatto che serve all'Europa, è accettare il fatto che il fenomeno migratorio non si può fermare ma si può e si deve governare, e farlo si chiama politica. Il patto migrazione e asilo dell'Ue è un passo indietro per l'Europa e per l'Italia. Restringe i diritti umani delle persone, affossa il diritto di asilo in Europa e porterà più persone a essere detenute. E non protegge i Paesi di primo approdo come l'Italia. Occorre più integrazione e migliorare l'accoglienza e servono canali di accesso sicuri e legali. Sennò di cosa stiamo parlando?

Ha fatto discutere la sua posizione sull'invio delle armi. Cosa ne pensa della difesa comune che in molti auspicano per l'Europa?
Non penso che la difesa comune europea sia antitetica alla pace, anzi io penso che la pace sia la difesa comune europea. Quando parliamo di difesa, è sbagliato immaginare soltanto un esercito. La difesa parte da una politica estera condivisa e da un'azione diplomatica condivisa. E anche un esercito comune europeo può formare la difesa. Mi piace più questa idea rispetto che 27 eserciti nazionali a cui chiediamo di correre al riamo in una logica divisa. Il cambio di mentalità che andrebbe fatto è smettere di arrendersi all'inevitabilità della guerra. La pace è un ecosistema che si costruisce. Parlare di difesa comune va fatto ma anche parlare di disarmo nucleare e mondiale va fatto, così come occorre un maggior controllo sul traffico di armi.

Schlein cosa le ha chiesto?
Mi ha chiesto di mettere in campo quello che ho imparato in questi anni di impegno, esattamente come il suo ma in una forma diversa. Io e Schlein siamo state sempre allineate. Io ero in una fase della vita in cui pensavo: 'Sto facendo tutto quello che posso per dare una mano agli altri?'. A quel punto ho detto sì.

Come è stata accolta dal Pd?
Io mi sento accolta molto bene, poi è evidente che il mio sentimento non fa statistica. Se qualcuno è molto scontento non me lo è venuto a dire. Io sto venendo dentro e fuori il partito tante persone che sono felici. A Schlein e a Silvia Roggiani ho detto: 'Mi state dando le parti più belle di voi per farmi prendere una cotta?'. La questione civico contro esponente di partito svanisce nel momento in cui incontri le persone, che sono persone come tutte le altre e hanno impegni in politica ma anche nel mondo delle associazioni o del volontariato. Adesso è come se fossimo un equipaggio, molliamo gli ormeggi e partiamo verso una nuova sfida.

Nel Pd non tutti erano felici di candidare persone esterne...
Il tema delle composizione delle liste è un tema del partito, ma nessuno mi ha chiesto di smussare gli angoli né mi ha detto cosa dire o cosa fare. La pluralità del partito è oro ed è una cosa positiva. Io ho paura quando in una stanza di dieci persone la pensiamo tutti allo stesso modo. Compito della segretaria poi fare sintesi.

La convince l'idea del Pd di 'ignorare' Vannacci?
Andava ignorato prima, quando diceva delle cose veramente anticostituzionali. Oggi c'è, ma in questi giorni ho incontrato persone che vogliono parlare di transizione ecologica, di sistemi produttivi e di pace. Chiaro che queste non sono soltanto elezioni europee, siamo chiamati a scegliere una visione del mondo. In campo ci sono due visioni contrapposte. La loro è una visione che esclude con nemici ogni settimana. I diritti umani saranno sicuramene tutelati più da me che da Vannacci.

Se eletta resterà al Parlamento europeo?
Se una persona prende un impegno lo rispetta e lo porta avanti. Tutti i mondi da cui provengo hanno bisogno di vedere e di sperare che i propri diritti siano tutelati. Siamo difronte a un momento cruciale e di svolta e bisognerà scegliere bene.

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