Fedez si dichiara nullatenente in tribunale: Codacons all'attacco

Esposto del Codacons in cui si chiede di indagare sul fronte fiscale sul gruppo societario del marito di Chiara Ferragni

Di Redazione Cronache
Milano

Fedez: "Sono nullatenente, tutto intestato alle mie società"

Continua la querelle tra Fedez e il Codacons, che ha annunciato di aver presentato un esposto alla Guardia di finanza per "possibili situazioni di interesse poste in essere nell'ambito del gruppo societario facente capo" al 34enne rapper milanese che si era dichiarato "nullatenente". Il Codacons fa riferimento a una frase pronunciata da Fedez in un'udienza del novembre 2020, in cui era accusato di una diffamazione ai danni dell'associazione consumatori. I "beni mobili o beni immobili registrati" sono intestati "alle mie societa'", aveva dichiarato in quell'occasione il cantante, come si sente nell'audio pubblicato da Repubblica che ha anticipato la notizia.

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Codacons, esposto di nove pagine alla Guardia di Finanza 

La querela del Codacons a Milano era finita in archiviazione ma quelle parole hanno suscitato l'attenzione dell'associazione che ha commissionato uno studio a Gian Gaetano Bellavia, commercialista ed esperto di diritto penale dell'economia. Ne e' emersa l'analisi di "una trama societaria in cui si presentano e si ripetono tutti gli indici di pericolosita' fiscale". Nell'esposto di nove pagine alla Guardia di Finanza di Milano e Roma, pur precisando di non poter verificare o affermare che il 'gruppo Fedez' evada le tasse, si denuncia "un uso continuo e ripetuto di operazioni poco trasparenti e talvolta senza un'apparente ragione economica" e si chiede di verificare "come sono state gestite fiscalmente le suddette operazioni che generano disallineamenti tra gli effetti civilistici e gli effetti fiscali". 

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Fedez replica al Codacons: "Tecnicamente nullatenente, non mento al giudice"

"Io ho avuto controlli da parte della Guardia di finanza che non hanno mai rilevato nulla di illecito, attualmente non ho nulla in sospeso, quindi mi domando quale sia la notizia, quale sia l'illecito e perché il Codacons per far parlare di sé deve sempre buttare m... su di me e le persone con cui lavoro". Federico Lucia, in arte Fedez, replica - in un video su Instagram - all'esposto con cui l'associazione di consumatori chiede alle Fiamme Gialle di indagare sul suo patrimonio societario. "Prendo atto di questo grandissimo scoop che sta circolando su tutte le testate diramato dal Codacons in cui campeggia il titolo 'Fedez dichiara che è nullatenente'. No, non è vero, non ho dichiarato questo, come sempre prendono un pezzo di una cosa lo decontestualizzano e lo fanno passare per un'altra cosa" aggiunge il rapper e marito di Chiara Ferragni.

"In uno dei tanti procedimenti per diffamazione che mi ha fatto il Codacons, tutti archiviati, il giudice mi chiede 'Federico tu possiedi beni immobili?'. E io faccio 'no, è tutto intestato alla mia società' da questo punto di vista, riguardo a questa domanda sono nullatenente che non vuol dire che sono nullatenente in generale" conclude Fedez.

Codacons: "Procedimenti Non Archiviati. Ecco il capo di imputazione e le accuse mosse dalla procura di Roma"

Ma il Codacons smentisce il rapper: "Evidentemente Fedez ha la memoria corta, e non ricorda che i procedimenti penali a suo carico avviati a seguito di denuncia del Codacons non sono stati affatto tutti archiviati – spiega l’associazione – Il prossimo 6 maggio infatti il rapper dovrà rispondere del reato di calunnia ai danni del Codacons in un procedimento aperto dinanzi al Tribunale di Roma, e in quell’occasione dovrà anche dare risposta alle domande che saranno poste dai nostri legali.
Per rinfrescare la memoria a Fedez, il Codacons pubblica il capo di imputazione integrale mosso dalla Procura di Roma a carico del rapper su richiesta della Gup del Tribunale di Roma, Annalisa Marzano: “accusava falsamente il Rienzi di aver pubblicato un messaggio ingannatorio sul sito internet del Codacons con il quale si faceva credere che la raccolta fondi promossa sulla pagina internet www.codacons,.it nel mese di marzo del 2020 fosse destinata alla battaglia contro il Coronavirus nell’ambito della situazione pandemica all’epoca in essere, così inducendo un numero indeterminato di utenti ad aderire alla suddetta campagna, al fine di procurarsi donazioni che invece venivano impiegate a vantaggio esclusivo del Codacons; nella stessa denuncia-querela, il Lucia accusa falsamente il Rienzi di aver utilizzato espressioni lesive della propria reputazione, nell’ambito di un comunicato stampa del 24.3.2020 e di diversi video pubblicati su Youtube, in cui Rienzi rivendicava la correttezza del proprio operato”.

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