Fermi (Lega): “L'Europa deve prendere spunto dalla Lombardia"
Intervista all'assessore lombardo con deleghe all'Università e alla Ricerca Alessandro Fermi che è in corsa per il Parlamento europeo con la Lega
Fermi (Lega): “L'Europa deve prendere spunto dalla Lombardia"
"Il nostro è un modello che funziona. L'Europa deve prendere spunto dalla Lombardia". L'assessore lombardo con deleghe all'Università e alla Ricerca Alessandro Fermi è in corsa per il Parlamento europeo con la Lega. "In questi anni la deriva ideologica dell'Ue mi ha deluso. Sono stati varati provvedimenti che hanno mortificato il Dna e la storia economica della Lombardia" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. Intanto le Università italiane sono alle prese con le divisioni tra gli studenti sul conflitto tra Israele e Palestina. Alla Statale di Milano è in corso un'occupazione e non sono mancati momenti di tensione, con una rissa tra pro-Palestina e alcuni attivisti di Lotta Continua: "Libertà a chiunque di manifestare, l'importante è non sfociare mai nella violenza".
Fermi, quanto è importante per la Lombardia avere un'Europa più vicina alle esigenze dei singoli territori?
L'attenzione ai territori è ciò che ha reso la Lombardia uno dei motori economici dell'Europa. Mettere in campo delle misure che rischiano di rovinare intere filiere produttive, come quelle sulla riduzione delle emissioni, è un modo di procedere azzardato che rischia di mortificare il nostro tessuto produttivo e sociale. Mi riferisco anche alla direttiva sulle case green, altra misura che va bloccata e che in Italia inciderebbe in maniera importante. Ciò che mi ha deluso è il metodo europeo.
Ci spieghi meglio.
Posso condividere il porsi degli obiettivi, ma non si può imporre la ricetta con cui raggiungerli. Noi siamo migliori al mondo a trovare soluzioni innovative. Se l'Europa decide di raggiungere alcuni obiettivi, giusti o sbagliati che siano, deve lasciare libertà ai singoli Stati sul come raggiungerli.
'Più Lombardia in Europa' è il suo slogan. Cosa vuol dire?
Il modello lombardo, dal punto di vista economico e sociale, è un modello che funziona e te ne accorgi nel momento in cui esci dai confini nazionali. Se l'Europa prendesse spunto e adottasse un po' il metodo e il pragmatismo lombardo troveremmo soluzioni ai problemi in maniera più semplice e risponderemo più direttamente alle esigenze vere dei territori. L'Europa è vista come molto distante da molti comparti, tipo l'agricoltura. Si ha la percezione che l'Ue non conosca le singole realtà.
Lei più volte si è detto contrario a una gestione centralistica dei fondi europei...
Noi, come Regione, gestiamo in maniera diretta i fondi di coesione che riguardano il Fesr, legati allo sviluppo economico, e il Fondo sociale europeo, legato all'ambito sociale. La Lombardia ha speso il 98% delle risorse dell'ultima programmazione. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che questi fondi possano essere riaccentrati e gestiti da Roma. Spero non accada mai. Se altre Regioni non riescono a spenderli è giusto aiutarle, ma passare a una gestione centralistica dei fondi di coesione sarebbe un passo indietro che va nella direzione opposta a quella dell'autonomia che stiamo ottenendo a livello nazionale.
Che aria tira attorno alla Lega?
Posso dare la mia sensazione su quello che vedo in Lombardia. Credo che la Lega farà un buon risultato grazie al fatto che continua a essere legata al territorio. Le liste hanno candidato molto forti e riconoscibili. E questo è un valore aggiunto. Il clima è anche migliorato dall'inizio della campagna elettorale. Vedo la voglia di credere in un partito che ha correttamente acceso i riflettori in questi anni su molti temi europei. I cittadini si stanno accorgendo che certe derive ideologiche possono diventare un problema serio per le famiglie. Da questo punto di vista le nostre proposte e le nostre battaglie sono sempre state coerenti.