Il filosofo Caffo condannato a quattro anni per maltrattamenti aggravati nei confronti della sua ex
Caffo, che aveva sempre negato le accuse nei suoi confronti, è stato condannato dal tribunale di Milano per violenze verbali, morali e fisiche a danno della sua ex compagna
Il filosofo Caffo condannato a quattro anni per maltrattamenti aggravati nei confronti della sua ex
Il Tribunale di Milano ha condannato a quattro anni di carcere il filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi aggravate nei confronti della sua ex compagna. Il PM Milda Milli aveva chiesto di condannare il 36enne a 4 anni e mezzo senza il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Secondo le indagini, che avevano portato alla misura cautelare dell'allontanamento della casa familiare e del divieto di avvicinamento, erano emerse una serie di presunte violenze verbali, morali e fisiche che la donna avrebbe subito tra il luglio 2019 e il giugno 2022.
La legale dell'ex compagna di Caffo esprime gratitudine per la magistratura
Elena Tomayer, legale dell'ex compagna di Leonardo Caffo, esprime "soddisfazione" per la sentenza di condanna nei confronti del filosofo. "Oggi abbiamo messo un punto importantissimo, ringrazio la magistratura che in aula ha fatto il suo dovere" aggiunge. I giudici hanno escluso l'aggravante della gravidanza e disposto una provvisionale di 45mila euro a favore della vittima e della figlia in attesa che i danni patrimoniali e non patrimoniali vengano liquidati da un giudice civile. Nel capo d'imputazione si legge che Caffo "maltrattava, mediante inaudite violenze verbali e fisiche, la propria compagna convivente" e "con frequenza settimanale percuoteva la donna al termine di ogni discussione con schiaffi e ogni genere di percosse e rompeva con violenza oggetti di casa o altro gli capitasse a tiro".
Caffo: "Hanno colpito me per educarne mille"
"Sono innocente, per questo mi appellerò contro la condanna. In primo grado siamo già riusciti a dimostrare l’infondatezza di alcune delle accuse. Mi appellerò per dimostrare la mia totale innocenza perché credo nella giustizia e per il bene di mia figlia". Lo ha detto a LaPresse il filosofo Leonardo Caffo. "Spero ancora che non ci sia violenza nei confronti delle donne e non vedo nessuna ragione per contestare una battaglia così sacrosanta - ha detto Caffo uscendo dal palazzo di giustizia dopo il verdetto - Va bene colpirne uno per educarne mille: io sono stato colpito, speriamo che adesso educhino anche gli altri mille"
Caffo aveva respinto tutte le accuse di violenza sulla sua ex
L'ex fidanzata lo aveva denunciato nel luglio 2022 per "inaudite violenze" e "offese raccapriccianti". Caffo, aveva risposto così: "Io non l'ho mai aggredita, ci son state due o tre volte in cui è successo che l'abbia spinta, ma non le ho mai fatto niente, proprio no". Il filosofo aveva parlato di una relazione piena d'amore ma condita di problemi, tutti attribuibili alla gelosia e ossessione della fidanzata: "Era ossessionata da sapere dove fossi, dove mi trovassi, con chi lavorassi. Voleva sapere se c'era qualcun altro con me". In merito alle accuse della ragazza, Caffo ha sempre negato tutto: "Non l'ho mai colpita in auto, né distrutto oggetti in casa. La mano fratturata se l'è procurata da sola tirando un pugno alla porta del bagno".
Gli altri episodi che la fidanzata gli ha addebitato sono sempre stati smentiti davanti ai giudici, raccontando come tutto ciò che la ragazza avesse confessato erano eventi accaduti durante discussioni o accaduti per sbaglio. L'uomo ha ammesso davanti ai giudici che nella coppia c'erano insulti, ma secondo lui "buttati dal balcone" o "ti dovrebbero ammazzare" sono stati usati solo "gergalmente" e "reciprocamente". Mai invece quelli più pesanti, contenuti nelle querele, come "sei una mer.., non vali nulla, figlia di mafiosi, menomata, malata psichiatrica, vacca".
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